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Release Miofasciale E Disponibilità Tissutale

Notizia Testuale Free Medical Fitness Sport

Il Release Miofasciale autoindotto è entrato a pieno titolo tra le tecniche di allenamento. Un particolare impiego di queste tecniche si ha nelle fasi di recupero funzionale al fine di creare disponibilità tissutale all'allenamento. Tra i dubbi ancora insoluti riveste particolare importanza la durata di applicazione dello stimolo: secondo una review del 2019 (Hughes GA, Ramer LM. Duration of myofascial rolling for optimal recovery, range of motion, and performance: a systematic review of the literature. Int J Sports Phys Ther. 2019;14(6):845-859) sembrerebbe che una dose minima di 90 secondi sia di fatto benefica in termini di riduzione del dolore/indolenzimento muscolare. Sembra tuttavia che questa durata non identifichi risultati in cronico, ma rimanga ristretta a effetti in acuto.
Commento ELAV: lavori sperimentali ed evidenze scientifiche dimostrano che non sia imputabile al solo release il beneficio in termini di aumento della disponibilità tissutale, obiettivo perseguito in particolare nelle fasi di recupero funzionale, ma questo sarebbe dato da un connubio di tecniche di allungamento e mobilità, tra le quali si annovera anche lo stesso release, ognuna delle quali ha tempi di applicazione ben specifici. La scelta del mix metodologico da utilizzare non può prescindere da valutazioni individuali specifiche. Un altro aspetto importante, da non sottovalutare, è la scelta dell'attrezzo adeguato in funzione della zona da trattare e/o delle caratteristiche tissutali dell'individuo nel momento stesso in cui esegue il programma di allenamento.

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