L'allenamento con attrezzi di natura elastica facili da trasportare e relativamente economici consentirebbe un'applicazione casalinga e in tal senso più "pratica" rispetto all'intervento eseguito con sovraccarichi in strutture attrezzate. Le due metodologie si equivalgono? Uno studio condotto da De Lima, Cavalheri et al. dal titolo "Elastic Resistance Training Produces Benefits Equivalent to Conventional Resistance Training in People With Chronic Obstructive Pulmonary Disease: Systematic Review and Meta-Analysis" pubblicato su Physical Therapy, pzaa149, analizza l'incremento di forza muscolare, la capacità di esercizio funzionale, la qualità di vita (health-related quality of life) e della dispnea in soggetti con broncopneumopatia cronica ostruttiva stabile (BPCO).
Ne risulta che rispetto al gruppo di controllo (esercizio convenzionale), il gruppo sperimentale ha presentato effetti simili per forza muscolare, capacità di esercizio funzionale, HRQoL e dispnea. Questo ci suggerisce che l'allenamento con resistenza elastica migliora la forza muscolare nelle persone con BPCO diventando di fatto una potenziale alternativa all'allenamento di resistenza convenzionale utilizzando macchine per i pesi, poiché mostrano effetti simili sulla forza muscolare, sulla capacità di esercizio funzionale, sull'HRQoL e sulla dispnea.
Commento ELAV: è opportuno sottolineare come la resistenza elastica non sortisca tali effetti in comparazione con i sovraccarichi tradizionali in soggetti sani e come tali in grado di allenarsi con metodologie specifiche. Certamente risulta straordinariamente favorevole sapere le resistenze elastiche in grado di soddisfare le capacità fondamentali di soggetti che altrimenti non potrebbero godere degli effetti dell'esercizio fisico, in questo caso ad indirizzo terapeutico.