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Compensazione Energetica E Adiposità Nell'uomo

Notizia Testuale Free Fitness

Il pensiero comune su come l'esercizio possa potenzialmente influire sul dimagrimento è che un regime di esercizio quotidiano che utilizza 300 kcal ad ogni sessione, si traduca in un aumento del nostro dispendio energetico giornaliero (DEE) di 300 kcal. In effetti, questa è l'idea generale su come l'attività fisica influisce sul dispendio energetico: più attività viene intrapresa, più calorie saranno bruciate entro la fine della giornata. Sfortunatamente, la perdita di peso da un programma di esercizi è spesso inferiore al previsto. La mancanza di successo nella perdita di peso con l'esercizio è dovuta alle risposte compensatorie finalizzate a mantenere l'omeostasi, che tendono a contrastare il bilancio energetico negativo creato dall'esercizio, rendendolo in questo modo meno negativo. Nello studio di Careau et al. (Curr Biol. 2021 Oct 25; 31(20):4659-4666.e2. Doi: 10.1016/j.cub.2021.08.016) gli autori hanno analizzato questo fenomeno utilizzando la più grande raccolta di dati compilati sulla spesa energetica totale (TEE, Total Energy Expenditure) e dispendio energetico basale (BEE): l'International Atomic Energy Agency International Doubly Labelled Water Database (DLW). Tutte le misurazioni del TEE sono state effettuate utilizzando il metodo dell'isotopo stabile dell'analisi dell'acqua con doppia etichetta (The Stable Isotope Method Of Doubly-Labeled Water Analysis) e si basano su ricalcoli dei dati originali utilizzando le ultime equazioni per DLW. La banca dati usata nello studio era limitata a soggetti adulti (>18 anni) per un totale di 1754; sono stati esclusi i soggetti sottoposti ad un'intensa attività fisica, incluso l'allenamento sportivo professionale, quelli in gravidanza, in allattamento o malati. La massa magra (FFM) è stata derivata dalla diluizione degli isotopi e la massa grassa (FM) è stata calcolata sottraendo la FFM dal peso corporeo totale. La spesa energetica per attività (AEE, Activity Energy Expenditure) è stata calcolata come 0,9*TEE-BEE, assumendo che l'effetto termico degli alimenti rappresenti il 10% del bilancio energetico totale. Il livello medio (±DS) di attività fisica (PAL = TEE/BEE) dei dati analizzati era di 1,74 ± 0,27 (range: 0,76 - 3,30) e il 90% delle osservazioni era compreso tra 1,35 e 2,18. Gli esseri umani che vivono una tipica vita moderna, non intraprendendo livelli eccezionali di attività o trovandosi a vivere in una carenza cronica di cibo, mostrano una compensazione abbastanza elevata tra l'energia che spendono per l'attività e quella spesa per i processi metabolici basali; nel lungo periodo, più di un quarto delle calorie extra bruciate dalle persone durante l'attività non si traducono in calorie extra consumate quel giorno. Presumibilmente, tale compensazione era un effetto positivo per i nostri antenati perché minimizzava la richiesta di energia alimentare e quindi riduceva il tempo necessario per il foraggiamento, i cui vantaggi potevano includere la riduzione dell'esposizione alla predazione. Tuttavia, questo fenomeno è potenzialmente disadattivo per l'uomo moderno, che si allena per cercare di utilizzare le calorie extra fornite da un'assunzione di cibo in eccesso, data la catena di associazione che collega gli alimenti ad alta densità ad una maggiore assunzione di energia, obesità e malattie correlate. Le persone che vivono una vita normale mostrano una compensazione energetica tipica del 28% dovuta ad una riduzione del BEE; questo indica che solo il 72% delle calorie extra che bruciamo da un'attività aggiuntiva si traduce in calorie extra bruciate quel giorno. La compensazione energetica sembra essere un fenomeno generale che si applica ugualmente a uomini e donne, giovani e anziani. Inoltre, il grado di compensazione energetica varia considerevolmente tra persone di diversa composizione corporea. Controllando per sesso, età e FFM, la compensazione aumenta con la massa grassa. Le persone con un BMI inferiore o uguale a 20 compensano il 27,7% delle calorie legate ad un'attività, mentre quelle con un BMI superiore o uguale a 30 compensano per il 49,2% delle calorie. Sembra quindi che gli individui con livelli di grasso maggiori siano predisposti all'aumento dell'adiposità o perché sono più forti compensatori di energia o perché diventano compensatori più forti man mano che ingrassano.

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