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Allenamento Multimodale Nello Sprint

Notizia Testuale Free Sport

Le lesioni da stiramento degli hamstrings (HSI, Hamstring strain injuries) durante azioni di corsa ad alta velocità risultano essere tra quelle maggiormente rappresentate. Nonostante l'allenamento della forza focalizzato sull'azione eccentrica sia stato costantemente proposto come metodo di prevenzione, i tassi di HSI non sono migliorati negli ultimi 40 anni. Pertanto, è necessario esplorare variabili diverse dalla forza eccentrica, inclusi fattori come la meccanica dello sprint che possono potenzialmente influenzare il meccanismo della lesione. È stato riportato che l'inclinazione pelvica anteriore (APT, anterior pelvic tilt) sia strettamente correlata ai momenti in cui i tessuti tendinei dei muscoli posteriori della coscia subiscono il più alto sforzo meccanico durante uno sprint. Teoricamente, un maggiore APT traslerebbe la tuberosità ischiatica superiormente risultando in un maggiore allungamento attivo e richiesta di tensione passiva della muscolatura posteriore della coscia a causa di un maggiore braccio del momento, derivato dalla relativa flessione dell'anca. Questo spiegherebbe l'associazione riscontrata tra la APT e il HSI in diversi studi prospettici. Un modello tecnico ampiamente accettato di sprint, noto come "meccanica del lato anteriore" (front-side mechanics) descrive come una postura specifica o una cinematica anteriore al centro di massa siano associate a migliori prestazioni nello sprint. In particolare, la meccanica frontale cerca di massimizzare i movimenti degli arti inferiori che si verificano davanti alla linea verticale del busto riducendo al minimo le azioni che si verificano dietro quella linea durante il ciclo di sprint. Con un focus specifico sullo sprint alla massima velocità, questo modello tecnico è caratterizzato dal mantenimento di un tronco eretto e una posizione pelvica neutra che consente di raggiungere una posizione di sollevamento del ginocchio più alta durante l'oscillazione che consentirebbe un successivo movimento attivo dell'arto per "colpire" il suolo, nonché una distanza di atterraggio ridotta (TDd), con conseguente minore frenata antero posteriore e una maggiore forza di reazione al suolo (GRF) verticale. Nello studio di Mendiguchia et al. (Int J Sports Physiol Perform. 2021 Nov 18;1-10. doi: 10.1123/ijspp.2021-0107) gli autori hanno esaminato se un allenamento multimodale specifico, che combinava il controllo lombo pelvico ed esercizi di tecnica di corsa veloce, inducesse cambiamenti nella cinematica del bacino e degli arti inferiori alla massima velocità e migliorasse le prestazioni di sprint. Sono stati selezionati quindici atleti uomini dilettanti (1,79±0,75 m, 77,0±7,6 kg). Gli atleti sono stati assegnati in modo controbilanciato in base alla prestazione in due gruppi: 8 atleti nel gruppo di controllo (CG; 1,78±0,03 m, 78,9±5,8 kg) e 7 atleti nel gruppo di studio (IG). Ai partecipanti è stato chiesto di eseguire uno sprint massimale per due volte per 35 metri, con un recupero di 4 minuti tra le prove. Durante queste prove, sono stati raccolti i dati cinematici di almeno un passo completo durante la fase di massima velocità e i tempi di sprint. La cinematica tridimensionale è stata registrata utilizzando quindici telecamere di analisi del movimento optoelettroniche con frequenza di campionamento impostata a 200 Hz. Ventiquattro marcatori sono stati posizionati bilateralmente sugli arti inferiori e pelvi (spina iliaca posteriore-superiore, spina iliaca antero-superiore, grande trocantere, condili femorali mediali e laterali, malleoli mediali e laterali, tallone, prima e quinta articolazione metatarso-falangea e l'alluce). Il programma IG comprendeva tre sessioni settimanali che integravano gli approcci di coaching, forza e condizionamento e fisioterapia (p. es., terapia manuale, mobilità, controllo lombo pelvico, esercizi di forza e sprint orientati alla "meccanica frontale"). È stato eseguito un test di sprint con misurazioni cinematiche tridimensionali prima (PRE) e dopo (POST) 6 settimane di allenamento. Non è stata rilevata nessuna differenza tra i gruppi al PRE. Al POST, le analisi intragruppo hanno mostrato differenze PRE-POST per la cinematica pelvica (piani sagittale e frontale) e della coscia e prestazioni di sprint migliorate (tempi parziali) solo per l'IG. In particolare, IG ha mostrato (1) un'inclinazione pelvica anteriore inferiore durante la fase di oscillazione avanzata, (2) una maggiore obliquità pelvica (piano frontale) sul lato dell'arto libero durante la fase di oscillazione iniziale (associato ad una maggiore GFR verticale, fattore determinante per raggiungere e mantenere un'elevata velocità), (3) una posizione verticale più alta del ginocchio dell'arto anteriore, (4) un aumento della velocità angolare della coscia e della velocità di retrazione della coscia, (5) una minore distanza tra le ginocchia al contatto iniziale e (6) una minore durata del contatto con il suolo. Questo studio ha mostrato che un allenamento multimodale che combina esercizi di controllo lombopelvico con un programma di tecnica di corsa è stato in grado di modificare la cinematica (bacino e arti inferiori) dello sprint alla massima velocità. Queste modificazioni possono essere collettivamente associate ad una riduzione della tensione tissutale (rischio di lesioni) dei muscoli posteriori della coscia ed erano concomitanti con un significativo miglioramento delle prestazioni dello sprint.

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