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L'attività Fisica Come Fattore Protettivo Per La Demenza E Il Morbo Di Alzheimer

Notizia Testuale Free Medical

L'Organizzazione Mondiale Della Sanità definisce la demenza come una sindrome in cui vi è un deterioramento della funzione cognitiva al di là di quanto ci si potrebbe aspettare dalle consuete conseguenze dell'invecchiamento biologico. In tutto il mondo, circa 55 milioni di persone soffrono di demenza, con oltre il 60% che vive in paesi a basso e medio reddito. Poiché la percentuale di anziani nella popolazione è in aumento in quasi tutti i paesi, si prevede che questo numero salirà a 78 milioni nel 2030 e 139 milioni nel 2050. Ci sono molte forme diverse di demenza. La malattia di Alzheimer è la forma più comune e può contribuire al 60-70% dei casi. Altre forme principali includono la demenza vascolare, causata da problemi nell'afflusso di sangue al cervello, solitamente a causa di una serie di ictus minori; i confini tra le diverse forme di demenza sono indistinti e spesso coesistono forme miste. Sebbene l'età sia il più importante fattore di rischio noto, non è una conseguenza inevitabile dell'invecchiamento biologico. Inoltre, la demenza non colpisce esclusivamente le persone anziane: la demenza ad esordio giovanile (definita come l'insorgenza dei sintomi prima dei 65 anni) rappresenta fino al 9% dei casi. A livello globale, la demenza ha un impatto sproporzionato sulle donne. Il 65% dei decessi totali sono donne e l'attesa di vita corretta per disabilità a causa della demenza (Disability-adjusted life year, numero di anni persi a causa della malattia, per disabilità o per morte prematura) sono circa il 60% in più nelle donne rispetto agli uomini. Gli studi dimostrano che le persone possono ridurre il rischio di declino cognitivo e demenza mantenendosi fisicamente attive, non fumando, evitando l'uso dannoso di alcol, controllando il proprio peso, seguendo una dieta sana e mantenendo sani livelli di pressione sanguigna, colesterolo e zucchero nel sangue. Secondo il "Lancet Commission 2020" (Vol. 396 agosto 8, 2020), l'inattività fisica è uno dei dodici fattori di rischio potenzialmente modificabili che potrebbero prevenire o ritardare fino al 40% dei casi di demenza. Sono stati proposti diversi motivi per i quali l'attività fisica (AP) potrebbe prevenire le demenze: diminuzione della produzione di beta-amiloide (responsabile, insieme al deposito dei resti assonali, della formazione nell'encefalo delle cosiddette placche senili, reperti autoptici tipici della demenza degenerativa), aumento della rimozione di beta-amiloide, miglioramento della vascolarizzazione cerebrale e del flusso sanguigno e processi antiossidanti e antinfiammatori nel cervello, nonché percorsi indiretti attraverso il miglioramento del sonno, dell'umore e di altri fattori di rischio cardiovascolare. Nella revisione sistematica e meta analisi di Iso-Markku et al. (Br J Sports Med. 2022 Mar 17; bjsports-2021-104981. doi: 10.1136/bjsports-2021-104981) gli autori hanno voluto esaminare se l'AP di mezza età (55 anni) rappresenta un fattore protettivo per tutte le cause di demenza, per il morbo di Alzheimer e per demenza vascolare. Poiché la malattia di Alzheimer inizia decenni prima della sua diagnosi, è probabile che anche gli studi con follow-up di dieci anni includano partecipanti con morbo di Alzheimer preclinico. Pertanto, sono necessari studi che valutino l'AP di mezza età e le diagnosi di demenza di vecchiaia con un follow-up di almeno vent'anni anni per confermare se l'AP sia un fattore modificabile dello stile di vita protettivo. Lo studio ha mostrato che livelli più elevati di AP erano associati ad una minore incidenza di demenza per tutte le cause, morbo di Alzheimer e demenza vascolare. Queste associazioni erano presenti in studi con follow-up lunghi (>20 anni) e in coorti con età iniziale compresa tra 30 e 55 anni. Né l'età iniziale né la durata del follow-up hanno moderato le associazioni tra l'AP e tutte le cause di demenza o morbo di Alzheimer. I dati per la demenza vascolare erano scarsi, specialmente per i follow-up lunghi, ma i risultati hanno supportato un'associazione inversa tra AP e incidenza di demenza vascolare. Si dovrebbero sostenere, quindi, strategie d'intervento mirate nella società all'aumento dell'AP nella mezza età, in quanto l'AP come fattore di stile di vita protettivo modificabile può ridurre l'incidenza della demenza.

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