fbpx

ELAV Scientia – Leggi articolo

Influenza Delle Tecniche Di Vertical Drop Jump

Notizia Testuale Free Sport

Gli esercizi pliometrici utilizzano il ciclo allungamento-accorciamento, sfruttando un rapido contro movimento eccentrico, seguito rapidamente da un movimento concentrico. Questi esercizi sono utilizzati principalmente per promuovere miglioramenti nella potenza, migliorare le prestazioni atletiche e prevenire lesioni negli atleti. Il Drop Vertical Jump (DVJ) (indicato anche come "drop jump" o "depth jump") è un esercizio pliometrico per gli arti inferiori molto popolare. Nel DVJ l'atleta cade da una piattaforma fissa, atterra su entrambi i piedi, esegue immediatamente un salto verticale massimo per atterrare di nuovo. La fase iniziale di atterraggio del DVJ coinvolge principalmente l'attività eccentrica delle articolazioni degli arti inferiori con lo scopo di decelerare il movimento del corpo, che è poi seguita da una fase concentrica in cui gli arti inferiori accelerano la massa corporea con lo scopo di eseguire un salto successivo. Per iniziare la fase di caduta libera, sono state descritte due tecniche distinte: la tecnica "step-off" o "drop-off". Nella tecnica step-off, l'atleta esegue un passo con uno dei due arti inferiori (tipicamente l'arto dominante), mentre l'altro arto rimane inizialmente sulla piattaforma. Al contrario, nella tecnica "drop-off", l'atleta si piega in avanti in modo che il baricentro del corpo si muove al di fuori della base di appoggio e il soggetto cade di conseguenza in avanti, con i piedi che lasciano la piattaforma contemporaneamente. Nello studio di Wilder et al. (J Electromyogr Kinesiol. 2021 Feb; 56:102504. doi: 10.1016/j.jelekin.2020.102504) gli autori hanno voluto confrontare la cinetica di atterraggio e di salto, la simmetria cinetica tra gli arti e le prestazioni di salto successivo utilizzando le due tecniche descritte ed esaminare se le potenziali differenze tra queste tecniche sono influenzate dall'altezza della piattaforma. Sedici soggetti (7 maschi, 9 femmine) hanno partecipato a questo studio trasversale. I soggetti dovevano avere un'età compresa tra i 18 e i 30 anni, avere esperienza di competizione in sport che comportano azioni di atterraggio/salto frequenti (es. basket, pallavolo). I soggetti hanno iniziato ogni prova di DVJ in piedi su una piattaforma fissa (box pliometrico regolabile in altezza) con i piedi a 35 cm di distanza. La piattaforma è stata posizionata a 15,24 cm di fronte a due pedane di forza adiacenti che campionavano simultaneamente le forze di reazione al suolo tridimensionali a 600 Hz. Per ogni prova DVJ, i soggetti sono caduti dalla piattaforma, sono atterrati con ciascun piede su una pedana di forza separata (atterraggio iniziale), hanno immediatamente eseguito un salto verticale massimo e poi sono atterrati di nuovo (secondo atterraggio). La piattaforma è stata posizionata in modo che i soggetti tendessero ad atterrare naturalmente con i piedi sulle pedane di forza separate durante l'atterraggio iniziale. I soggetti erano incoraggiati a concentrarsi sul salto alla massima altezza durante il DVJ poiché questa indicazione sembra essere più efficace per migliorare l'altezza del salto verticale, rispetto ai DVJ in cui si stimola un tempo di contatto con il suolo minimo ("salto rimbalzato"). Il movimento degli arti superiori non era vincolato e tutti i soggetti hanno utilizzato l'oscillazione degli arti durante ogni prova al fine di massimizzare l'altezza di salto verticale. I soggetti hanno eseguito le prove DVJ da un'altezza di 31 cm e di 41 cm, sia con una tecnica drop-off che con una tecnica step-off (ad esempio, tecnica drop off-altezza bassa="Drop-low"; tecnica step off-altezza alta="Step-high" ...). Le variabili analizzate sono state la forza di reazione al suolo verticale (vGRF) di entrambi gli arti (dominante e non dominante), i valori di picco della vGRF durante il primo atterraggio (impact peaks, attività in gran parte eccentrica poiché gli arti assorbono energia durante l'atterraggio) e il valore di picco nella successiva spinta (push off peaks, che comporta un'attività in gran parte concentrica poiché gli arti generano energia per saltare). Per valutare la simmetria tra gli arti, sono stati identificati anche i picchi d'impatto, i picchi di spinta e le velocità di carico dalle singole serie temporali della vGRF per ciascun arto ed è stato calcolato un indice di simmetria (SI) per ottenere il grado assoluto di asimmetria (differenza percentuale) tra gli arti dominanti e non dominanti. I soggetti hanno dimostrato una maggiore asimmetria tra gli arti nelle forze d'urto di picco quando veniva utilizzata la tecnica step-off, rispetto alla tecnica drop-off. Questa differenza tra le tecniche era coerente tra le due altezze della piattaforma. Può essere, quindi, utile che gli atleti inizino un DVJ con la tecnica drop-off, poiché la tecnica step-off sembra limitare il carico/stimolo che l'arto non dominante subisce durante l'atterraggio, il che potrebbe potenzialmente contribuire a squilibri neuromuscolari tra gli arti e/o o incoraggiare schemi di atterraggio asimmetrici. Un'altra potenziale soluzione per limitare il sovraccarico costante di un arto quando si utilizza la tecnica step-off, potrebbe essere quella di far alternare gli arti durante il primo passo, rispetto ad utilizzare sempre l'arto dominante, tecnica più convenzionale. Ciò probabilmente equalizzerebbe meglio il carico cumulativo sperimentato da ciascun arto durante l'allenamento.

Pacchetto Commerciale Fisso

  • W.A.

  • News

  • Art

  • Smart

  • Congressi

My ELAV