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Effetti Della Corsa In Discesa Sulle Prestazioni Muscolari

Notizia Testuale Free Fitness Sport

Il Trail Running (possibile significato "correre nella natura") è una disciplina orientata alla resistenza che consiste in una corsa prolungata su terreno accidentato con un'alternanza di tratti in salita e in discesa. La popolarità di questi eventi ha visto un aumento esponenziale in tutto il mondo, ed è stato ipotizzato che la combinazione di lunghe distanze e ampi tratti di corsa in discesa induca negative modificazioni nelle prestazioni del sistema neuromuscolare. In particolare, durante la corsa in discesa, il ruolo considerevole dei muscoli estensori del ginocchio nell'assorbimento e nella dissipazione dell'energia si traduce in azioni muscolari eccentriche ad alta forza, inducendo affaticamento muscolare. La corsa di resistenza, sia su strada che su pista, prevede l'attivazione ripetitiva di grosse masse muscolari degli arti inferiori per periodi di tempo prolungati. Inoltre, ogni passo richiede la capacità di sviluppare rapidamente forza, un aspetto fondamentale per il Trail Running dove segmenti tecnici e cambi di quota potrebbero richiedere una rapida generazione di forza muscolare. Nello studio di Varesco et al. (Eur J Appl Physiol. 2022 Jul 6. doi: 10.1007/s00421-022-04990-8) gli autori hanno valutato i cambiamenti in acuto nella forza massima di contrazione isometrica volontaria (MVIC, Maximum voluntary isometric contraction), nella velocità di sviluppo della forza (RFD, Rate of force development) e nella velocità di aumento dell'EMG (RER, Rate of electromyography signal rise) degli estensori del ginocchio a seguito di una corsa in discesa. In particolare, l'analisi della RFD può essere utilizzata per rilevare i cambiamenti indotti dalla fatica dopo un esercizio e un esame delle fasi iniziali e finali può riflettere rispettivamente cambiamenti neurali e strutturali indotti dalla fatica (la fase iniziale, cioè i primi 50 ms dall'inizio della contrazione, è stata associata al reclutamento iniziale delle unità motorie e alle frequenze di attivazione, mentre la forza massima e altri fattori strutturali, come le proprietà contrattili muscolari e l'architettura muscolare, influenzano la fase finale, gli ultimi 100 ms della finestra temporale di 200 ms analizzata). Inoltre, l'analisi della RFD può essere integrata dall'analisi del tasso di aumento del segnale dell'elettromiografia di superficie (EMG) (RER), per dettagliare ulteriormente il contributo dei fattori neurali alla RFD, come surrogato non invasivo della capacità di fornire attivazione di unità motorie ad alta frequenza. Sono stati selezionati tredici uomini (età: 22 ± 2 anni, altezza: 179 ± 7 cm, massa corporea: 76 ± 9 kg). Durante la sessione sperimentale, i partecipanti hanno eseguito un riscaldamento consistente in 10 minuti di pedalata leggera su un cicloergometro e 20 contrazioni isometriche volontarie degli estensori del ginocchio da 1 a 2 s (separati da 10 s ciascuno) partendo da una forza auto-selezionata e aumentando progressivamente fino a quando è stata esercitata la massima forza volontaria. Dopo 5 minuti, la MVIC e la RFD sono stati testati prima di eseguire una corsa in discesa di 30 minuti ad una velocità di 10 km h-1 (2,78 m s-1) e una pendenza di circa il 20% (11,3°) su un tapis roulant motorizzato. Il protocollo è stato scelto per indurre un significativo affaticamento neuromuscolare. Dopo 90 s dalla cessazione della corsa, i partecipanti hanno eseguito la valutazione post-test di MVIC e RFD. Per confermare che i cambiamenti nella MVIC e RFD nel POST, otto partecipanti aggiuntivi sono stati testati come gruppo di controllo (età: 24 ± 5 anni, altezza: 176 ± 9 cm, massa corporea: 69 ± 8 kg). L'impostazione e le procedure erano le stesse del test dello studio principale. Tuttavia, questi partecipanti hanno eseguito le valutazioni neuromuscolari PRE e POST con un periodo di riposo di durata equivalente all'intervento della corsa in discesa. La prova di corsa in discesa ha indotto una diminuzione dell'MVIC (-25%) e ha compromesso la capacità complessiva di sviluppare rapidamente forza, come indicato dalla riduzione della RFD0-200 (tasso di sviluppo della forza calcolato nell'intervallo di tempo di 0-200 ms) (-15%). Analizzando le diverse finestre temporali della RFD, si è osservata una riduzione nella fase 100-200 ms, mentre la prima fase (0-100 ms) rimane invariata; anche per la RER non sono stati visti cambiamenti nella fase iniziale, suggerendo che non ci sono state alterazioni rilevabili nella generazione e/o nella trasmissione dei potenziali d'azione lungo il percorso neuromuscolare. I risultati hanno mostrato che una prova di corsa in discesa altera la RFD. In particolare, si è osservato che solo la fase finale della curva forza-tempo durante le contrazioni impulsive era modificata. La prova ha influenzato più i fattori strutturali che neuromuscolari, come indicato dal calo nella fase finale ma non iniziale (0-100 ms) della RFD. Poiché la corsa in discesa è una componente essenziale delle prestazioni di trail running, questi risultati possono aiutare a spiegare l'evidenza di alterazioni neuromuscolari nei trail runner e a seguito di gare di durata prolungata in cui il carico eccentrico cumulativo è elevato.

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