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Stretching Dinamico Ed Economia Della Corsa

Notizia Testuale Free Sport

Le attività di riscaldamento (warm-up) sono ampiamente utilizzate prima di eventi sportivi per preparare il corpo a prestazioni ottimali. Lo stretching è solitamente incluso come parte del riscaldamento, ma l'effetto di diversi tipi di stretching sulle caratteristiche della prestazione e quali siano i meccanismi attraverso i quali vengono ottenuti gli effetti proposti risultano essere meno chiari. Ad esempio, confrontando diverse tecniche di stretching, alcuni studi hanno riportato una riduzione delle prestazioni medie nei compiti di forza rispettivamente del 3,7% e del 4,4% immediatamente dopo lo stretching statico e PNF, ma un aumento del 1,3% dopo stretching dinamico. Lo stretching dinamico è una delle attività di riscaldamento più comunemente utilizzate da chi corre perché è probabile che induca cambiamenti cardiovascolari benefici che contribuiscono alle prestazioni della corsa. È stato suggerito che le proprietà biomeccaniche e fisiologiche dell'unità muscolo-tendinea (MTU) e/o dei suoi singoli componenti, come la rigidità muscolare o tendinea, e la meccanica complessiva dell'articolazione possono essere influenzate dallo stretching dinamico. Questo, a sua volta, può modificare alcune variabili fisiologiche come il consumo di ossigeno, le risposte cinetiche del VO2, la soglia del lattato, influenzando quindi l'economia della corsa e le prestazioni di resistenza. A sostegno di questo punto di vista, alcuni studi hanno riportato che i corridori che risultano più economici (cioè quelli con un consumo d'ossigeno inferiore per una data velocità di corsa, legato ad un ridotto fabbisogno energetico dei muscoli) mostrano una maggiore forza muscolare nel movimento di flessione plantare e una maggiore rigidità nel tendine del tricipite surale; i muscoli più rigidi che circondano le articolazioni della caviglia e del ginocchio forniscono un incremento della forza durante la transizione dalla fase di frenata alla fase di propulsione, migliorandone così l'economia. Al contrario, si può sostenere che un tendine più flessibile accumulerà più energia elastica, che potrà essere rilasciata durante la fase di lavoro positivo della muscolatura degli arti inferiori coinvolti nella locomozione, mentre un tendine e un'aponeurosi più rigidi aumenterebbero il costo energetico durante la fase di propulsione. In effetti, numerosi studi hanno riportato che la rigidità della parte inferiore della gamba era correlata a prestazioni di corsa superiori valutate dal miglior tempo personale e dall'economia di corsa. Mentre si pensa che lo stretching dinamico diminuisca la rigidità passiva dell'MTU, non è nota la sua influenza sulla rigidità articolare e verticale complessiva e sulle associate variabili cinematiche e cinetiche durante la corsa, come possibili meccanismi attraverso i quali l'economia di marcia può essere influenzata. Nello studio di Pamboris et al. (Front. Physiol., 06 October 2022; doi: /10.3389/fphys.2022.948442) gli autori hanno voluto esaminare l'effetto in acuto dello stretching dinamico sull'economia della corsa e determinarne i possibili meccanismi. Sono stati reclutati dodici atleti maschi, età: 27,3±4,4 anni; altezza: 1,80±0,05 m; massa corporea: 70,0±0,1 kg. I partecipanti hanno eseguito o uno protocollo di stretching dinamico (condizione sperimentale) o nessun tipo di stretching (controllo) in un ordine casuale e controbilanciato. Ogni partecipante indossava le stesse scarpe durante entrambe le condizioni. Per il protocollo di allungamento dinamico ogni partecipante si posizionava su un gradino alto 20 cm, in appoggio sulle dita di entrambi i piedi abbassando e sollevando i talloni in modo controllato, eseguendo un movimento di massima flessione plantare e dorsale della caviglia durante il protocollo. Il ritmo di esecuzione era di 100 battiti/min, e i partecipanti hanno completato tre serie di 20 ripetizioni con 5 s riposo tra i set. Nella condizione di controllo, i soggetti rimanevano seduti per 50 s, l'equivalente temporale della durata del protocollo di stretching dinamico. Il protocollo di allenamento consisteva nel correre su treadmill, dopo due minuti dall'avere eseguito lo stretching dinamico o essere rimasti seduti (controllo); questo periodo di tempo rappresenta il periodo minimo tra il riscaldamento e l'inizio di una partita/sessione di allenamento. I partecipanti hanno eseguito un protocollo incrementale graduale fino al limite di tolleranza. La velocità iniziale era di 2,3 m/s (circa 8 km/h), seguita da incrementi di 0,2 m/s ogni tre min. Sono stati misurati la rigidità dinamica delle articolazioni, la rigidità verticale e la cinematica della corsa durante la fase iniziale del protocollo (il treadmill possedeva due pedane di forza integrate in grado di catturare le componenti di forza su tre assi ortogonali). L'economia della corsa è stata valutata tramite un metabolimetro portatile, misurando lo scambio dei gas respiratori (VCO2 e VO2), prima della prova di corsa per sei minuti e continuamente durante l'esercizio. Durante la corsa, il VO2 media per 30s è stato determinato durante l'ultimo minuto di ogni step. L'economia della corsa è stata stabilita tracciando il grafico che metteva in relazione il VO2 (asse y) vs. velocità, con il metodo dei minimi quadrati. E' stata valutata l'attività elettromiografica, tramite elettromiografia di superficie, dei muscoli gastrocnemio mediale, soleo e tibiale anteriore. Il protocollo di stretching dinamico ha comportato una possibile diminuzione della rigidità dinamica dell'articolazione della caviglia (-10,7%; limiti di confidenza del 90% ±16,1%), una possibile diminuzione della rigidità verticale (-2,3%; ±4,3%), un effetto potenzialmente benefico sull'economia della corsa (-4,0%, ±8,3%) e una diminuzione dell'attivazione del muscolo gastrocnemio mediale (-27,1%, ±39,2%). I risultati indicano che lo stretching dinamico migliora l'economia della corsa, diminuendo la rigidità dinamica articolare e verticale e l'attivazione muscolare. Insieme, questi risultati implicano che lo stretching dinamico dovrebbe essere raccomandato come parte del riscaldamento per l'allenamento in corsa in atleti di medio livello esaminati in questo studio.

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