fbpx

ELAV Scientia – Leggi articolo

Inibizione Muscolare Artrogenica Dopo Ricostruzione Del LCA

Notizia Testuale Free Medical

La debolezza del muscolo quadricipite è un ostacolo frequentemente osservato nella riabilitazione dopo la lesione e ricostruzione del LCA. Questa caratteristica può portare a diverse conseguenze importanti, tra cui deficit nell'estensione, anomalie nella deambulazione, atrofia del quadricipite, scarsa funzionalità, instabilità dinamica, dolore al ginocchio persistente e artrosi precoce. Il non riuscire ad attivare massimamente il quadricipite dopo ricostruzione del LCA non è semplicemente un fenomeno locale isolato correlato all'atrofia. Molti autori descrivono la sua presenza sincrona, sia nell'arto ricostruito che in quello controlaterale. Ciò è attribuito all'inibizione muscolare artrogenica (IMA, Arthrogenic Muscle Inhibition), un processo in cui l'incapacità di attivare il muscolo quadricipite è causato da un'inibizione neurale. Infatti, l'IMA è rappresentata da una riduzione del reclutamento del pool di motoneuroni alfa e corrisponde ad un riflesso inibitorio presinaptico causato da alterazioni nelle informazioni provenienti dai recettori interni all'articolazione (in particolar modo meccanocettori), che condiziona il pool di motoneuroni della struttura articolare interessata, limitando infine la capacità del muscolo di reclutare tutte le unità motorie durante una contrazione massimale. È una risposta naturale, progettata per proteggere l'articolazione stessa da ulteriori danni. L'IMA assume un ruolo centrale nel ciclo dell'infortunio. Infatti, dopo l'infortunio articolare, un soggetto sperimenta deficit nel range di movimento, fino alla completa immobilizzazione. L'immobilizzazione può derivare da gonfiore, dolore, spasmo muscolare e/o dall'incapacità della muscolatura articolare circostante di contrarsi ad un livello normale. Questo porta a deperimento muscolare e debolezza. Infine, questi fattori determinano una maggiore suscettibilità alle lesioni articolari. L'IMA svolge un ruolo centrale in questo ciclo, influenzando direttamente ciascuno di questi fattori: immobilizzazione, atrofia muscolare, debolezza muscolare e maggiore suscettibilità ad ulteriori lesioni; questo ciclo può continuare se non viene bloccato o rallentato in qualche modo. Nello studio di Schilaty et al. (Eur J Sport Sci. 2022 May 2;1-11. doi: 10.1080/17461391.2022.2056520) gli autori hanno voluto determinare (utilizzando l'sEMG) le caratteristiche delle unità motorie (UM) della muscolatura della coscia e come queste cambino con la lesione del LCA, rispetto a soggetti sani. Un protocollo randomizzato di contrazioni isometriche di flessione/estensione del ginocchio (10-50% di contrazione isometrica volontaria massima) è stato eseguito per ciascun arto, valutando la sEMG di superficie, con gli elettrodi posizionati sul muscolo vasto mediale, vasto laterale, semitendinoso e bicipite femorale. Valutazioni longitudinali per la frequenza di scarica media, soglie di reclutamento e potenziali d'azione delle UM sono state acquisite ad intervalli di sei mesi. Con l'eccezione del vasto mediale, tutta la muscolatura della coscia nei soggetti con lesione al LCA ha dimostrato un'ampiezza picco-picco del potenziale d'azione UM minore. Per la frequenza di scarica media, i soggetti con lesione hanno dimostrato frequenze di scarica inferiori rispetto al controllo per i quadricipiti (p<0.05) e frequenze più elevate rispetto al controllo per i muscoli posteriori della coscia (p<0.05). Queste caratteristiche delle UM risultavano diverse rispetto al controllo fino a 12 mesi dopo l'intervento di ricostruzione del legamento; tuttavia, la forza massima è aumentata durante questo lasso di tempo.

Pacchetto Commerciale Fisso

  • W.A.

  • News

  • Art

  • Smart

  • Congressi

My ELAV