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Senso Della Fame E Invecchiamento

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Dalle diete a basso contenuto di carboidrati al digiuno intermittente, dalla chirurgia all'utilizzo di farmaci, le persone utilizzano una serie apparentemente infinita di diete, procedure per perdere peso. Sebbene sia noto da tempo che limitare la quantità di cibo consumato possa promuovere un invecchiamento sano negli esseri umani, uno studio dell'Università del Michigan ha rivelato che la sensazione di fame stessa potrebbe essere sufficiente a rallentare l'invecchiamento. Nello studio di Weaver et al. (Science. 2023 May 12; 380(6645):625-632. doi: 10.1126/science.ade1662) gli autori hanno voluto esaminare se i cambiamenti generati nel cervello che inducono la spinta a cercare cibo possono essere alla base di una aspettativa di vita più lunga, e che quindi la percezione della fame da sola potrebbe innescare gli effetti anti-invecchiamento di un digiuno intermittente. La fame è un impulso antico, ma la natura molecolare di azioni di questo tipo e il modo in cui queste modulano la fisiologia è sconosciuta. Lo studio è stato eseguito sui moscerini della frutta (Drosophila melanogaster). Gli autori hanno indotto la fame nei moscerini in diversi modi. Il primo consisteva nell'alterare la quantità di aminoacidi a catena ramificata (BCAA) ingerita, in quanto gli aminoacidi BCAA sono nutrienti essenziali che sembrano innescare il senso di sazietà nei moscerini: assumere più BCAA, quindi, riduce la loro sensazione di fame. I ricercatori hanno tenuto affamati i moscerini della frutta dando loro spuntini a basso contenuto di BCAA. In seguito, la fame è stata misurata da quanto gli insetti hanno mangiato durante uno spuntino ore dopo aver consumato il primo pasto. Le moscerini nutrite con uno spuntino a basso contenuto di BCAA hanno mangiato più cibo. Inoltre, si sono nutrite con un cibo più ricco di proteine rispetto a quello più ricco di carboidrati, segno che le moscerini erano guidate da una senso della fame basata più sul bisogno, che sul desiderio. Quando le moscerini seguivano una dieta a basso contenuto di BCAA per il corso della loro vita, vivevano anche molto più a lungo delle moscerini alimentate con diete ad alto contenuto di BCAA. Inoltre, per studiare il senso della fame indipendentemente dalla composizione della dieta, gli autori hanno usato una tecnica particolare, attivando i neuroni associati alla pulsione della fame con l'esposizione alla luce rossa, usando la optogenetica. I moscerini esposti consumavano il doppio del cibo rispetto a quelli che non erano stati esposti allo stimolo luminoso. Anche i moscerini esposti alla luce rossa vivevano molto più a lungo di quelli usati come controllo. Dal punto di vista molecolare, gli autori sono stati in grado di mappare i meccanismi della fame ai cambiamenti nell'epigenoma dei neuroni coinvolti. La dieta a basso contenuto di BCAA ha portato i neuroni legati al senso della fame a modellare proteine di supporto modificate chiamate istoni, che si legano al DNA e lo aiutano a regolare l'attività genica. I ricercatori pensano che questi istoni modificati potrebbero essere il legame tra dieta, risposte al senso della fame ed invecchiamento. È interessante notare che studi precedenti (Feser et al., Mol Cell. 2010 Sep 10;39(5):724-35) hanno collegato una crescente fornitura di istoni ad una durata di vita prolungata. I risultati potrebbero aiutare a spiegare perché le diete a basso contenuto di BCAA sembrano fare bene alla nostra salute. Forniscono al corpo nutrienti sufficienti, senza calmare completamente i segnali di fame nel cervello. "In questo modo, lo stato motivazionale della fame in sé, piuttosto che la disponibilità o le caratteristiche energetiche della dieta, potrebbe rallentare l'invecchiamento", come ha concluso il Prof. Pletcher SD, uno degli autori dello studio.

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