Tendenze Secolari Delle Prestazioni Di Forza Nelle Scuole Medie Italiane

Tendenze Secolari Delle Prestazioni Di Forza Nelle Scuole Medie Italiane

È essenziale, per evitare lo sviluppo di numerose malattie croniche non trasmissibili in età adulta e ridurre i costi legati all’inattività fisica, monitorare i livelli di attività fisica (AP) e le prestazioni motorie nei bambini.

Nonostante ciò, oltre l’80% dei bambini in tutto il mondo non ha raggiunto la quantità di attività fisica raccomandata (almeno 60 minuti al giorno).

Infatti, la crescita dell’industrializzazione e l’aumento dell’uso dei social media hanno profondamente influenzato lo stile di vita di bambini e adolescenti in tutto il mondo. Come conseguenza di questo stile di vita non sano, l’efficienza fisica (PF, physical fitness) dei bambini sta seguendo una tendenza in declino, che può avere ripercussioni sia sulla salute fisica che mentale futura.

La PF è definita come la capacità di eseguire un’AP con il corretto sviluppo delle caratteristiche fisiologiche e psicologiche ed è suddivisa in diversi domini correlati alla salute: efficienza cardiorespiratorio, forza muscolare (MS, muscular strength), velocità, flessibilità e agilità.

Un basso livello di MS nei bambini e negli adolescenti, ad esempio, indipendentemente dalla capacità cardiorespiratoria, è associato ad una salute cardiometabolica inferiore e, di conseguenza, ad un rischio aumentato di sviluppare molte malattie non trasmissibili. Inoltre, la MS svolge un ruolo cruciale non solo per la salute, ma anche per lo sviluppo atletico dei bambini. Infatti, un coinvolgimento precoce nello sviluppo della MS è stato collegato ad un miglioramento delle competenze motorie, essenziali per la futura partecipazione ad attività sportive.

Inoltre, la MS nei bambini riflette spesso il livello di MS in età adulta, che è stato riscontrato essere strettamente correlato alla salute poiché un suo basso livello può aumentare il tasso di mortalità al 31%. Di conseguenza, per il suo ruolo cruciale per la salute generale e per le prestazioni future, risulta importante valutarne i cambiamenti temporali, per supportare lo sviluppo di strategie di promozione della salute.

La maggior parte dei test utilizzati per la valutazione della MS è fortemente influenzata dalla massa corporea e dal periodo di maturazione del soggetto. Ad oggi, solo pochi studi hanno normalizzato l’andamento temporale in base alla massa corporea dei bambini.

Nello studio di Gatti et al. (J Strength Cond Res. 2025 Jun 1;39(6): e742-e748. doi: 10.1519/JSC.0000000000005080), gli autori hanno esaminato le tendenze secolari nelle prestazioni della MS nei bambini delle scuole italiane.

Tra il 1988 e il 2009 sono stati testati complessivamente 3761 bambini e preadolescenti italiani del nord Italia (n = 1844 [49,02%] ragazze), di età compresa tra 11 e 13 anni.

Sono state condotte valutazioni annuali della forma fisica e sono state analizzate le tendenze secolari utilizzando una regressione ponderata dei minimi quadrati (una regressione ponderata serve per dare più importanza ai dati raccolti in anni o gruppi più rappresentativi, o con misurazioni più affidabili), considerando il punteggio z del BMI (BMI z-score, misura statistica usata per standardizzare la massa corporea dei bambini e adolescenti tenendo conto della loro età e del loro sesso) e il massimo tasso di crescita in altezza (PHV, Peak Height Velocity), che influenzano significativamente le prestazioni nei test di forza.

Questo approccio statistico ha permesso la valutazione della PF minimizzando il bias dovuto all’influenza della massa corporea  e dello stato di crescita. Lo studio è stato progettato per determinare se le variazione della MS fossero dovute a variazioni intrinseche della forza o a schemi di crescita. Per tenerne conto, è stata condotta un’analisi statistica per adattare l’andamento assoluto delle prestazioni, ponderando le caratteristiche antropometriche e il “maturity offset” (parametro usato per calcolare l’età biologica stimata dei soggetti, e precisamente per stimare quando raggiungeranno o hanno raggiunto il PHV).

La valutazione è stata fatta utilizzando due esercizi: l’esercizio di Sit-Up, che richiedeva ai soggetti di sdraiarsi supini con le ginocchia flesse e i piedi tenuti a terra da un secondo valutatore. Successivamente, i soggetti eseguivano l’esercizio, fino ad abbracciare le ginocchia, per poi tornare alla posizione di partenza supina, mantenendo il contatto delle spalle con il pavimento; l’esercizio di Push-Up, i soggetti hanno iniziato l’esercizio in posizione prona, con i gomiti estesi e i palmi delle mani appoggiati al pavimento all’altezza del petto. Assicurando l’allineamento di tronco, cosce e gambe, l’esercizio prevedeva il piegamento dei gomiti fino a formare un angolo di 90° tra braccio e avambraccio, per poi tornare alla posizione iniziale. Le ragazze hanno eseguito il test con le ginocchia a contatto con il terreno, mentre i ragazzi con le dita dei piedi a contatto con il terreno.

Entrambi i test sono stati condotti per 30 s, con i soggetti che miravano a raggiungere il numero massimo di ripetizioni. I test sono stati ripetuti due volte ciascuno, con un recupero di 5 min tra le due prove, ed è stata registrata solo la misurazione migliore.

Le tendenze sono state poi espresse per decennio in termini assoluti (coefficiente di regressione, quanto è cambiato in media il numero di Push-Up o Sit-Up eseguiti per decennio), come trend percentuali (coefficiente di regressione come percentuale della media, per capire quanto questo cambiamento sia rilevante in rapporto alla performance iniziale) e dimensioni dell’effetto di Cohen standardizzate (ES).

Tendenze positive indicavano un numero maggiore di ripetizioni, riflettendo prestazioni migliorate, mentre quelle negative indicavano un numero ridotto, indicando prestazioni ridotte.

Nel Sit-Up, è stato osservato un declino costante nelle ripetizioni: −0.77 ripetizioni ogni 10 anni (i ragazzi e le ragazze, in media, eseguivano 1 Sit-Up in meno ogni decennio), una riduzione media del 5.07% rispetto alla media iniziale. L’ES è di −0.17, classificato come piccolo (ma comunque rilevante da un punto di vista statistico).

Nei maschi, il cambiamento è quasi nullo (−0.07 ES), ma se si guarda per età: a 11 anni: calo del −4.38%; a 12 anni: −0.88% e a 13 anni: +0.79% (un leggero miglioramento). Quindi, il calo è solo precoce e scompare crescendo.

Nelle ragazze, la tendenza è negativa a tutte le età, con un ES di −0.24 (effetto piccolo ma più marcato rispetto ai maschi): a 11 anni: −10.68%; a 12 anni: −7.25% e a 13 anni: −4.67%. Un declino progressivamente meno marcato, ma comunque presente.  Il declino della forza muscolare addominale è reale e più evidente tra le ragazze, anche dopo aver tenuto conto della crescita e della massa corporea. Inoltre, l’attenuazione del calo con l’età suggerisce che potrebbero esserci finestre critiche (es. attorno agli 11 anni) in cui è particolarmente importante promuovere un’attività fisica mirata.

Nel Push-Up, è stato riscontrato un lieve calo nelle ripetizioni: −1.01 ogni dieci anni. Questo corrisponde ad un calo del −5.78% rispetto alla media iniziale, quindi proporzionalmente significativo. Il ES è di −0.26, che corrisponde ad un declino “piccolo” ma non trascurabile.

I ragazzi hanno una tendenza decrescente modesta (−0.24 ES) ma non uniforme: il calo è meno marcato a 12 anni.

Le ragazze, invece, mostrano un calo più costante (−0.28 ES) ma l’intensità del declino diminuisce con l’età: a 11 anni: −10.13%; a 13 anni: −3.11%.

Questo suggerisce che le ragazze cominciano con un peggioramento marcato della MS, che però si attenua con la crescita. I ragazzi, invece, mostrano una traiettoria più irregolare, il che potrebbe essere legato a differenze nello sviluppo puberale o a variazioni nei livelli di attività fisica. Quindi, la performance nei Push-Up è calata nel tempo, anche quando si tiene conto della crescita e della massa corporea. Il declino è più lineare nelle ragazze, mentre è più variabile nei ragazzi, con flessioni diverse a seconda dell’età.

In conclusione, lo studio ha rilevato le tendenze secolari della MS tra gli studenti italiani, evidenziando un chiaro, seppur limitato, declino della forza, più elevato nelle ragazze rispetto ai ragazzi.

Questi risultati contribuiscono alla comprensione del continuo declino dei livelli di PF tra i giovani e sottolineano l’importanza di approcci sensibili al genere nella promozione dell’attività fisica. Inoltre, indicano che allenatori e preparatori atletici non dovrebbero adottare approcci estremi all’allenamento della forza (il calo è minimo), a meno che attività sportive non richiedano alcune implicazioni specifiche (ad esempio: arrampicata, karate, sprint).