L’avena (Avena sativa L.) è ricca di componenti salutari, come le fibre alimentari solubili (beta-glucani (BG) e arabinoxilani, polisaccaridi presenti nella parete cellulare di cereali come frumento, orzo e segale).
È stato dimostrato che i beta-glucani dell’avena (OBGs) e dell’orzo (BBG) riducono le concentrazioni ematiche acute del glucosio postprandiale.
Mantenere concentrazioni ematiche di glucosio rigorosamente regolate è fondamentale, con conseguente potenziale riduzione del rischio di obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Si ritiene che l’effetto modulante della glicemia postprandiale dei BG sia correlato alla loro capacità di aumentare la viscosità del contenuto del tratto gastrointestinale, ritardando la velocità dello svuotamento gastrico, limitando l’interazione degli enzimi digestivi con il loro substrato e portando ad una digestione più lenta dei carboidrati e all’assorbimento del glucosio.
Nell’Unione Europea (UE), l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha concluso, in seguito ad una revisione delle prove scientifiche, che la risposta glicemica postprandiale si riduce con l’assunzione di almeno 4 g di OBG o BBG per 30 g di carboidrati disponibili (avCHO, quantità di carboidrati che possono essere digeriti e assorbiti dall’organismo, contribuendo alla risposta glicemica). Tuttavia, a causa della viscosità notevolmente elevata dei BG, l’integrazione di 4 g di OBG o BBG per 30 g di avCHO è tecnologicamente complessa quando si formula un prodotto commerciale.
È stato dimostrato che i chicchi d’orzo, ricchi di BG, riducono la risposta glicemica postprandiale a lungo dopo il consumo; infatti, se consumati come parte di una cena standardizzata, la risposta glicemica postprandiale si è ridotta la mattina successiva al consumo di una colazione standardizzata. Allo stesso modo, se consumati come parte di un pasto di prova a colazione, i chicchi d’orzo hanno ridotto le risposte glicemiche postprandiali dopo il consumo dei successivi pasti standardizzati a pranzo e cena. Questo fenomeno, noto come “effetto del secondo pasto” (second meal effect, il consumo di determinati alimenti a colazione può influenzare positivamente la risposta glicemica del pasto successivo, come il pranzo) sulla regolazione della glicemia, svolge un ruolo cruciale nel contesto del mantenimento del controllo glicemico per un periodo di tempo prolungato (ad esempio, dalla colazione al pranzo).
È stato riportato che i BBG migliorano le risposte glicemiche al secondo pasto nei topi. Tuttavia, non sembra esserci informazioni sugli effetti delle preparazioni isolate di OBG sulla tolleranza alla glicemia dopo il secondo pasto negli esseri umani.
Nello studio di Hossain et al. (Food Funct. 2025 May 19;16(10):4161-4171. doi: 10.1039/d5fo00353a), gli autori hanno studiato gli effetti di un ingrediente OBG disponibile in commercio sulla glicemia postprandiale e sulle sensazioni di appetito subito dopo l’ingestione e dopo un pranzo standardizzato.
Sono stati selezionati diciannove soggetti, 7 uomini e 12 donne, di età (media ± SEM) pari a 23,51 ± 0,21 anni e con un BMI pari a 23,39 ± 0,46 kg m−2. Lo studio è stato condotto utilizzando un disegno crossover randomizzato in singolo cieco.
I soggetti si sono recati al centro di studio alle 07:30 dopo 10 ore di digiuno notturno. Sono stati prelevati campioni di sangue capillare, seguiti dall’assunzione di una bevanda di prova per la colazione alle 08:00 (tempo zero, 0 min), con un tempo di consumo designato di 10-12 minuti. I successivi campioni di sangue capillare sono stati prelevati ad intervalli di tempo specifici di 15, 30, 45, 60, 90, 120, 150, 180 e 210 minuti dall’inizio dell’assunzione della bevanda di prova per la colazione.
Dopo l’esame del sangue effettuato al minuto 210, è stato servito un pranzo standardizzato, consumato entro 10-12 minuti, e ulteriori campioni di sangue sono stati prelevati ad intervalli di 225, 240, 255, 270, 300 e 330 minuti dall’inizio dell’assunzione della bevanda durante la colazione.
Per tutta la durata della sperimentazione, i partecipanti sono rimasti confinati nella struttura clinica ed è stato loro severamente vietato consumare cibi o bevande, ad eccezione della bevanda di prova fornita per la colazione e del pranzo standardizzato. Ai partecipanti è stato chiesto di ridurre al minimo possibile la loro attività fisica.
Tutte le bevande di prova per la colazione contenevano 30 g di avCHO e una delle quattro diverse dosi di BG: (i) 4 g di BG (BG4); (ii) 3 g di BG (BG3); (iii) 2 g di BG (BG2); o (iv) 0 g di BG, considerato come riferimento (Rif). Le bevande sono state preparate aggiungendo BG in 150 ml di acqua calda (100 °C) con aggiunta di aroma di fragola e coloranti alimentari rosa.
Il pasto standardizzato consisteva in 50 g di avCHO da 121 g di pane bianco e 8 g di avCHO da 100 g di polpette svedesi, per un totale di 58 g di avCHO per l’intero pranzo. Secondo le informazioni nutrizionali fornite dai produttori, il valore calorico totale del pranzo era di 485 kcal.
Sono state misurate le concentrazioni plasmatiche di glucosio e insulina. I campioni di insulina sierica sono stati valutati negli stessi punti temporali per il glucosio, ad eccezione dei minuti 15 e 150.
I risultati hanno evidenziato che il picco incrementale della glicemia (iPeak) si era ridotto significativamente in seguito al consumo della bevanda di prova BG4 (-28%, P < 0,01) e BG2 (-17%, P < 0,01) rispetto alla bevanda Ref. Si è verificata una riduzione del 28% dell’iAUC (incremental Area Under the Curve) (0–60 min) in seguito al consumo di BG4 rispetto a Ref (P < 0,01). Non si è riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nell’iAUC 0–120 min tra Ref e qualsiasi altra bevanda di prova OBG (P > 0,05). L’iAUC dopo il pranzo standardizzato con la bevanda BG4 è risultata inferiore del 24% rispetto a Ref.
L’iPeak insulinico è risultato significativamente ridotto in seguito al consumo di BG4 rispetto a Ref. L’iAUC 0-60 min dopo il consumo di BG3 e BG4 è risultato significativamente inferiore rispetto a Ref (P < 0,01). L’iAUC 0-120 min dopo il consumo di BG2 e BG4 è risultata significativamente ridotto rispetto a Ref. Dopo il consumo del pranzo standardizzato (tra 210 e 330 min), l’iAUC è risultato significativamente ridotta con le bevande BG3 e BG4 (P < 0,05). L’iAUC durante l’intera indagine (ovvero, iAUC 0-330 min) è risultata significativamente inferiore dopo il consumo di BG2, BG3 e BG4 rispetto a Ref.
Inoltre, BG4 ha aumentato la sazietà e ridotto la fame durante tutto il periodo sperimentale (P < 0,05).
In conclusione, dosi inferiori a 4 g di OBG per 30 g di avCHO hanno migliorato la glicemia postprandiale e l’appetito, mentre l’assunzione di OBG a colazione ha migliorato la regolazione glicemica post-pranzo, suggerendo che una soglia inferiore possa essere efficace nella gestione della glicemia e nel controllo dell’appetito.