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Ritorno Allo Sport Dopo Ricostruzione Del LCA In Atleti

Notizia Testuale Free Medical Sport

Per ridurre l'incidenza di re-infortunio del LCA, è stata proposta una progressione della riabilitazione e del ritorno allo sport (RTS, return to sport) basata su criteri che non sono regolati esclusivamente dal tempo passato dopo l'intervento chirurgico. Tipicamente, i test RTS si basano sulla valutazione della forza e una batteria di test di salti orizzontali per valutare la simmetria funzionale tra i due arti. Questi test funzionali sono stati ampiamente adottati, in quanto sono facili da amministrare e interpretare e non richiedono apparecchiature costose. Tuttavia, questi test non sono in grado di prevedere il successo del RTS un anno dopo l'infortunio. Inoltre, prove suggeriscono che, nonostante il raggiungimento dei criteri di dimissione, le prestazioni di gioco sono ancora inferiori e i tassi di re-infortunio rimangono elevati dopo il RTS. I test che misurano la potenza degli arti inferiori e la reattività di un atleta, come i salti verticali, potrebbero essere più utili per valutare la prontezza fisica e prestazionale al RTS. Gli attuali test biomeccanici, utilizzati per esaminare atleti sani per schemi di movimento ad alto rischio nel tentativo di identificare una potenziale lesione iniziale del LCA, enfatizzano i salti bipodalici, come il salto in caduta verticale (drop vertical jump). Sebbene i movimenti bipodalici sul piano sagittale forniscano informazioni preziose, potrebbero non rappresentare il rischio di lesioni negli atleti che eseguono azioni multidirezionali monopodaliche. Nello studio di Kotsifaki et al. (Br J Sports Med 2022; 0:1-10. doi: 10.1136/bjsports-2021-104692) gli autori hanno voluto descrivere in modo approfondito le prestazioni biomeccaniche (cinematica, cinetica, lavoro e forze muscolari individuali) di atleti che hanno subito la ricostruzione del LCA, nel momento in cui avevano soddisfatto tutti i criteri di dimissione e confrontarli con atleti sani, durante la fase propulsiva e l'atterraggio di un salto verticale monopodalico (SLJ) e durante la fase reattiva (l'atterraggio) dopo un salto in caduta verticale monopodalico (SLDJ). Per il SLJ, gli atleti sono partiti da una posizione eretta in appoggio monopodalico; hanno poi eseguito un breve contro movimento ad una profondità auto-selezionata, quindi sono saltati verticalmente con il massimo sforzo e sono atterrati sullo stesso arto. Lo SLDJ è stato eseguito da un gradino alto 15 cm. Al soggetto è stato chiesto di scendere dal gradino e, dopo aver toccato il suolo, di saltare immediatamente il più in alto possibile riducendo al minimo il tempo di contatto sulla pedana di forza. L'ipotesi era che gli atleti dopo la ricostruzione del LCA (ACLR, ACL-reconstructed) avrebbero comunque mostrato differenze biomeccaniche tra gli arti, nonostante fossero stati autorizzati al RTS. Inoltre, un ulteriore obiettivo era quello di indagare se le metriche più semplici delle prestazioni dei salti verticali (altezza del salto e indice di forza reattiva, RSI, Reactive Strength Index) potevano essere utilizzate come misure surrogate per la funzione del ginocchio negli atleti che avevano subito l'intervento di ricostruzione al momento del RTS. Quarantotto soggetti maschi sono stati inclusi in questo studio, 26 soggetti idonei dopo ACLR e 22 soggetti di controllo. I soggetti con ACLR sono stati selezionati dopo il completamento di un protocollo riabilitativo standardizzato e dopo aver ricevuto l'autorizzazione al RTS. I criteri per il RTS erano: (1) autorizzazione da parte del chirurgo e del fisioterapista, (2) completamento di un programma di riabilitazione sul campo specifico per lo sport, (3) forza del quadricipite con un Indice di simmetria degli arti (Limb Symmetry Index)>90% e (4) serie di test di salti monopodalici con un LSI > 90%. Sono stati calcolati i risultati delle prestazioni, l'altezza del salto e l'indice di forza reattiva. La cinematica nel piano sagittale, i momenti articolari e il lavoro articolare sono stati ottenuti utilizzando la dinamica inversa e le forze muscolari degli arti inferiori sono state calcolate utilizzando un modello muscolo-scheletrico vincolato all'EMG (misurata per il muscolo vasto laterale e mediale, retto femorale, bicipite femorale, semitendinoso mediale e gastrocnemio laterale e muscoli tensore della fascia lata di entrambi gli arti). Il contributo muscolare è stato calcolato come percentuale dell'impulso di tutte le forze muscolari nel modello. Nonostante il superamento dei criteri di test raccomandati per il RTS dopo ACLR, sono state identificate asimmetrie significative nelle prestazioni di salto verticale negli atleti di sesso maschile, nonché differenze rispetto ad un gruppo di confronto sano. Le prestazioni di salto, valutate dall'altezza del salto e dall'indice di forza reattiva, erano significativamente inferiori nell'arto coinvolto rispetto a quello non coinvolto e nel gruppo di controllo, con grandi dimensioni dell'effetto. Per il gruppo ACLR, l'indice di simmetria dell'arto dell'altezza del salto era dell'83% e del 77% rispettivamente durante SLJ e SLDJ (nel gruppo di controllo la simmetria nell'altezza del salto era del 98% e del 100% rispettivamente durante SLJ e SLDJ). Il contributo dei muscoli posteriori della coscia era maggiore nell'arto coinvolto rispetto a quello non coinvolto e nel gruppo di controllo, mentre il contributo del soleo era inferiore nell'arto coinvolto rispetto gruppo di controllo. Durante i salti verticali, gli atleti dopo ACLR a RTS mostrano ancora deficit biomeccanici del ginocchio, nonostante la simmetria nelle prestazioni funzionali orizzontali e nei test di forza. Le metriche delle prestazioni verticali come l'altezza del salto e l'RSI possono identificare meglio le asimmetrie tra gli arti rispetto alla distanza del salto più comunemente utilizzata e dovrebbero essere incluse nella batteria di test per l'RTS.

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