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Intestino Irritabile E Forza Di Gravità

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La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è un disturbo gastrointestinale (GI) cronico e spesso debilitante che si presenta con dolore addominale ricorrente e alterazione della frequenza e della forma delle feci. È tra i disturbi gastrointestinali più comuni al mondo e colpisce fino al 10% della popolazione. Sebbene l'esatta patogenesi dell'IBS rimanga incerta, sono state sviluppate una varietà di teorie basate sull'evidenza per spiegarne le caratteristiche cliniche e le comorbilità. È opinione diffusa che l'IBS sia un disturbo dell'interazione intestino-cervello, come suggerito dalla sua forte sovrapposizione con comorbidità psicologiche e dall'evidenza che i neuromodulatori e le terapie comportamentali cervello-intestino risultano essere efficaci. Un'altra teoria sostiene che l'IBS è provocata da anomalie nel microbioma intestinale, come evidenziato da un'elevata prevalenza di proliferazione batterica dell'intestino tenue e risposta clinica a terapie mirate al microbioma, inclusi antibiotici e diete a bassa fermentazione. Altre teorie ipotizzano che le anomalie della motilità, l'ipersensibilità viscerale, i livelli anormali di serotonina o un sistema nervoso autonomo (ANS) disregolato causino l'IBS. Nello studio di Brennan (Am J Gastroenterol. 2022 Dec 1;117(12):1933-1947. doi: 10.14309/ajg.0000000000002066) l'autore fornisce un'ipotesi che cerca di accogliere le molteplici teorie, i sintomi clinici, le comorbilità somatiche, le caratteristiche neuropsicologiche e gli esiti del trattamento dell'IBS descrivendo la sindrome in relazione ad una forza principale legata all'evoluzione umana: la forza di gravità (ipotesi gravitazionale). L'ipotesi della gravità propone che la causa dell'IBS sia determinata da tre fattori: (i) la resistenza alla forza, che definisce la capacità del tratto gastrointestinale e delle sue strutture di supporto di resistere meccanicamente alla gravità, e può andare da durevole a vulnerabile; (ii) il rilevamento, definisce la capacità del sistema nervoso periferico di rilevare la tensione gravitazionale su strutture viscerali e somatiche, andando da normo sensibile a ipersensibile; e (iii) la vigilanza, che definisce la prontezza del sistema nervoso centrale a prevedere e prevenire eventi pericolosi (ad esempio cadere) legati alla forza di gravità, andando da indifferente a iper vigile. La suscettibilità all'IBS potrebbe essere determinata dall'interazione tra questi fattori. Ad esempio, è improbabile che individui con strutture di supporto meccaniche del tratto GI durevoli (alta resistenza), normale rilevamento e bassa vigilanza abbiano questa sindrome. Al contrario, quelli con vulnerabilità meccanica, ipersensibilità e ipervigilanza sono a forte rischio di IBS. Da quando c'è vita sulla Terra, dai primi organismi unicellulari all'Homo sapiens, la gravità ha plasmato inesorabilmente ogni oggetto del pianeta. L'Homo sapiens si è evoluto per gestire la gravità in molteplici modi che ottimizzano la stabilità eretta, il supporto strutturale, la locomozione, la fluidodinamica e l'integrazione neuropsicologica. Ne consegue che si potrebbero verificare conseguenze negative sulla salute quando la forma e la funzione non sono in grado di gestire efficacemente la gravità (si considerino il dolore lombare, l'insufficienza cardiaca o le vertigini posizionali come modelli prevalenti di intolleranza alla gravità). Poiché il nostro corpo trascorre l'intera esistenza sulla Terra, non solo il nostro sé corporeo, ma anche il nostro sé neuropsicologico è profondamente modellato dall'inesorabile attrazione della gravità. In breve, quando i nostri sistemi di gestione della gravità falliscono, anche la nostra salute ne risente negativamente. Come organismi bipedi, viviamo due terzi della nostra vita in posizione eretta soggetti ad una spinta verso il basso sul corpo. Ogni sistema del corpo si è evoluto per resistere ed accomodare l'attrazione caudale di gravità in modo da ottimizzare l'anatomia e la fisiologia. Infatti, il nostro tratto gastrointestinale non è avvolto a casaccio nel peritoneo come un tubo a spirale che si deposita sul fondo di un sacco. Invece, il tratto gastrointestinale è disposto in una pila funzionale che resiste e accoglie la trazione verso il basso in modo da sospendere, sostenere e allineare i visceri addominali per ottimizzare forma e funzione. Questo è un punto chiave: ci siamo evoluti sia per resistere alla gravità in modo che il contenuto peritoneale non si accumuli sul fondo della cavità addominale in una pila aggrovigliata sia per accogliere la gravità in modo da sfruttare la sua presenza universale per supportare la forma e la funzione del GI. Meccanicamente, troviamo quattro sistemi coordinati che resistono all'azione della gravità e ottimizzano la forma e la funzione del GI, che l'autore definisce come sistema di sospensione (rappresentato dal mesentere e le teniae coli, tre bande longitudinali di muscolatura liscia situate sotto il peritoneo che si estendono lungo alcune sezioni dell'intestino crasso); telaio e supporto a soffitto (colonna vertebrale, gabbia toracica, diaframma e legamenti di sostegno) e sostegno (parete addominale anteriore). E se le strutture superiori che mantengono i visceri e/o le pareti iniziassero a cedere? In tal caso, i visceri collasserebbero perché le strutture muscolo-scheletriche che sostengono la cavità addominale sono deformate. Ad esempio, sintomi gastrointestinali sono spesso riportati in pazienti con cifosi, lordosi e fratture vertebrali da compressione. Questa teoria potrebbe spiegare perché la terapia fisica e l'esercizio fisico può rivelarsi così utile per alleviare i suoi sintomi. La teoria della gravità potrebbe anche spiegare perché la serotonina tende ad essere elevata nei pazienti con IBS. La serotonina è un neurotrasmettitore che viene prodotto principalmente nel tratto GI (circa il 95% di quella prodotta) per regolare i nostri movimenti intestinali e anche il nostro umore, ma troppo di esso può innescare la diarrea. È anche coinvolto nella regolazione della nostra pressione sanguigna in risposta alla gravità. Senza la serotonina, il corpo potrebbe non essere in grado di alzarsi, mantenere l'equilibrio o continuare a far circolare il sangue. La serotonina disregolata potrebbe essere causata da un'incapacità di gestire la forza di gravità da parte del tratto GI. Quando la biologia della serotonina è anormale, le persone possono sviluppare IBS, ansia, depressione, fibromialgia e stanchezza cronica. Potrebbero rappresentare forme di intolleranza alla gravità. La sindrome da affaticamento cronico (encefalomielite mialgica) (CFS/ME) è un'altra malattia cronica e debilitante senza causa o cura, che spesso si incrocia con l'IBS. Molti pazienti con CFS/ME faticano anche a stare in piedi, il che può causare un improvviso calo della pressione sanguigna, affaticamento, vertigini e battito cardiaco accelerato. Altri sintomi che si incrociano con l'IBS includono mal di schiena, mal di testa, vertigini e sindrome da tachicardia posturale (POTS), che si verifica quando la pressione sanguigna precipita dopo che una persona si alza. Tutte queste condizioni potrebbero essere spiegate con l'incapacità del corpo di gestire correttamente la forza di gravità. Siamo il prodotto di un ambiente legato alla gravità. La nostra salute e il nostro benessere dipendono dal vivere con successo con e attraverso la gravità, e potremmo soffrire quando soccombiamo ad essa. Questo articolo suggerisce che l'IBS può derivare dall'azione mal gestita della gravità.

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