L'attività fisica (PA) risulta essere un intervento non farmacologico comunemente raccomandato per prevenire e trattare una serie di condizioni legate al dolore cronico. La prevalenza del dolore cronico e dei disturbi muscoloscheletrici diminuisce con livelli più elevati di PA negli studi di coorte. Esistono prove che dimostrano una risposta inibitoria al dolore in acuto dopo esercizio fisico. Questo fenomeno è definito come ipoalgesia indotta da esercizio (EIH, exercise-induced hypoalgesia). Tuttavia, risultati da studi sperimentali indicano che la presenza di dolore cronico può ridurre l'efficacia dell'EIH, cioè, riducendo i potenziali effetti dell'esercizio sulla sensibilità al dolore. Come nell'esercizio in acuto, livelli più elevati di PA abituale sono anche associati ad una minore sensibilità al dolore sperimentale. Nello studio di Årnes et al (PLoS One. 2023 May 24;18(5): e0285041. doi: 10.1371/journal.pone.0285041) gli autori hanno valutato se il livello di PA nel tempo libero (LTPA, Leisure-time physical activity) abituale e il cambiamento dei livelli di LTPA, influenzino la tolleranza al dolore longitudinalmente. Il campione di soggetti (n=10732, 51% donne, di età compresa tra 30 e 87 anni) che hanno partecipato allo studio fanno parte del The Tromsø Study, studio sulla popolazione più completo eseguito in Norvegia; più di 45.000 persone hanno partecipato ad una o più delle sette indagini condotte dal 1974. In particolare, quelli selezionati riguardavano l'anno 2007-08 (Tromsø6) e 2015-16 (Tromsø7). Il livello di LTPA è stato ricavato tramite questionario, utilizzando una versione modificata della "Scala del livello di attività fisica Saltin e Grimby LTPA" a quattro livelli (SGPALS). Il SGPALS chiede ai partecipanti di ricordare il livello medio di LTPA degli ultimi 12 mesi specificando quattro categorie che si escludono a vicenda: "Leggere, guardare la TV o altre attività sedentarie"; "camminare, andare in bicicletta o fare altre forme di esercizio almeno quattro ore alla settimana (con esempi)"; "partecipazione a sport amatoriali, giardinaggio pesante, ecc. almeno quattro ore alla settimana"; o "partecipazione a duri allenamenti o competizioni sportive, regolarmente più volte alla settimana". Le categorie corrispondono ad un livello di LTPA sedentario, leggero, moderato o vigoroso. La tolleranza al dolore sperimentale è stata misurata mediante il test della pressione fredda (CPT, cold-pressor test), test cardiovascolare eseguito immergendo la mano in un contenitore di acqua ghiacciata (nello studio 3.0°C), di solito per un minuto, e misurando le variazioni della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. I risultati mostrano che i soggetti con livelli di PA elevati e costanti nei due sondaggi (Tromsø6 e Tromsø7) avevano una tolleranza al dolore significativamente più alta rispetto ai soggetti sedentari (20,4 s. (95% CI: 13,7, 27,1). Misurazioni ripetute mostrano che il gruppo con un livello di PA leggero (6,7 s. (CI 3,4, 10,0)), moderato (CI 14,1 s. (9,9, 18,3)) e vigoroso (16,3 s. (CI 6,0, 26,5)) avevano una maggiore tolleranza al dolore rispetto ai sedentari. La tolleranza al dolore aumentava con il livello di PA. Essere fisicamente attivi in uno dei due punti temporali misurati ad un intervallo di 7-8 anni è stato associato ad una maggiore tolleranza al dolore rispetto all'essere sedentari in entrambi i punti temporali. La tolleranza al dolore è aumentata con livelli di attività totali più elevati e di più per coloro che hanno aumentato il loro livello di attività al follow-up. Complessivamente, un livello di LTPA più elevato è stato associato ad una tolleranza al dolore significativamente più elevata se misurata ripetutamente negli stessi individui. Questi risultati supportano l'aumento dei livelli di PA come possibile percorso non farmacologico verso la riduzione o la prevenzione del dolore cronico.