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Invecchiamento Cerebrale E Perdita Di Peso

Notizia Testuale Free Medical Fitness

L'invecchiamento cerebrale è un processo complesso e sfaccettato con varie manifestazioni in diversi periodi della vita e regioni cerebrali. Tuttavia, la riduzione di questo complesso processo ad una singola grandezza, l'età cerebrale prevista, può consentire di analizzare molteplici condizioni e fattori di rischio associati ad una deviazione dal normale invecchiamento. La stima dell'età cerebrale viene in genere eseguita prevedendo l'età cronologica dai dati di neuroimaging in un gruppo di soggetti sani e applicando il modello adattato ad un nuovo individuo non conosciuto. Questa procedura consente di stimare una misura dell'età cerebrale indipendente dall'età cronologica dell'individuo. Un'età cerebrale superiore, in relazione a quella cronologica, si osserva in diverse condizioni neurologiche come lieve deterioramento cognitivo, il morbo di Alzheimer, la schizofrenia e la depressione, ed è associata ad un aumento del tasso di mortalità. Allo stesso modo, questa caratteristica è stata trovata anche nell'obesità, suggerendo che il quadro dell'età cerebrale può fornire un potente strumento per valutare l'invecchiamento accelerato del cervello a causa del peso eccessivo. Il legame tra peso eccessivo e danno neuronale è probabilmente mediato da adiposità, disfunzione metabolica e alterazione del microbioma intestinale, promuovendo processi metabolici infiammatori nel sistema nervoso centrale. Di conseguenza, la riduzione del volume della materia grigia e bianca, cambiamenti nella connettività cerebrale, deterioramento cognitivo e la prevalenza della demenza sono associati all'obesità di mezza età. Tuttavia, non è chiaro se interventi sullo stile di vita che promuovono la perdita di peso possono aiutare a rallentare l'invecchiamento cerebrale causato dall'obesità. Nello studio di Levakov et al. (Elife. 2023 Apr 6;12: e83604. doi: 10.7554/eLife.83604) gli autori hanno testato l'effetto della perdita di peso dopo diciotto mesi di un intervento sullo stile di vita sull'età cerebrale prevista. Inoltre, hanno esaminato come le variazioni in molteplici fattori legati alla salute, comprese le misurazioni antropometriche, i biomarcatori nel sangue e la deposizione di grasso, possano spiegare i cambiamenti nell'età cerebrale. Gli autori hanno utilizzato scansioni cerebrali effettuate all'inizio e alla fine dello studio per esaminare l'effetto dell'intervento sullo stile di vita sull'invecchiamento cerebrale. Le stime dell'età cerebrale erano basate su un algoritmo che era stato sviluppato e testato sulle scansioni cerebrali di una coorte di quasi 300 persone, con il modello che prevedeva accuratamente l'età dalle misure della connettività cerebrale. I soggetti dello studio (n=102), sono stati assegnati in modo casuale ad uno dei tre gruppi: gruppo che ha ricevuto linee guida dietetiche salutari, considerato come gruppo di controllo attivo, gruppo che ha seguito una dieta mediterranea (MED) ed infine un gruppo green-MED (dieta mediterranea più integratori). Ogni partecipante ha ricevuto una guida dietetica completa (basata sullo specifico gruppo di intervento) e un consulto con dietologi gratuito e completamente disponibile. Inoltre, tutti i partecipanti hanno ricevuto l'iscrizione gratuita ad una palestra, comprese delle sessioni educative che incoraggiano un'attività fisica di intensità moderata. Entrambi i gruppi MED hanno seguito una dieta ricca di verdure, con pollame e pesce in sostituzione di manzo e agnello, per un totale di 1500-1800 kcal/giorno per gli uomini, e di 1200-1400 kcal/giorno per le donne. La dieta comprendeva inoltre 28 g/giorno di noci (+440 mg/giorno di polifenoli). Il gruppo green-MED ha inoltre consumato tè verde (3-4 tazze al giorno) e un frullato con Wolffia globosa (pianta acquatica che ha la forma di una lenticchia, con un alto contenuto proteico che permette il controllo glicemico dopo il consumo dei carboidrati). La valutazione dell'assunzione nutrizionale e delle abitudini di vita è stata auto-riportata utilizzando questionari online convalidati sulla frequenza alimentare (FFQ, food frequency questionnaires, strumento di valutazione dietetica che analizza il consumo abituale di cibo di un soggetto valutando la frequenza con cui l'intervistato ha consumato alimenti sulla base di un elenco di alimenti predefinito). I questionari sono stati svolti all'inizio, dopo sei mesi e alla fine dello studio. In media, i soggetti hanno perso 2,3(±5.61) chilogrammi. Per ogni 1% perso del peso corporeo, il cervello è apparso quasi nove mesi più giovane dell'età cronologica. Questo invecchiamento attenuato è stato associato a cambiamenti in altre misure biologiche, come la diminuzione del grasso epatico e degli enzimi epatici. È stato precedentemente dimostrato che l'aumento del grasso epatico e la produzione di specifici enzimi epatici hanno un impatto negativo sulla salute del cervello nella malattia di Alzheimer. Infine, esaminando più da vicino i questionari completati dai partecipanti sul consumo del cibo, è emerso che il ridotto consumo di alimenti trattati, dolci e bevande era collegato ad un attenuato invecchiamento cerebrale. Concludendo, una perdita di peso ottenuta a seguito di un intervento sullo stile di vita (alimentazione e attività fisica) può avere un effetto benefico sul processo di invecchiamento cerebrale.

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