La depressione è la condizione di salute mentale più comune nella popolazione generale. È caratterizzata da sintomi quali umore depresso, perdita di interesse e/o piacere, scarsa concentrazione e disturbi del sonno o dell'appetito. La depressione è associata ad un aumento del rischio di suicidio, mortalità per tutte le cause, malattie cardiovascolari, morbo di Alzheimer, disfunzioni sociali e rappresenta un pesante onere economico per la società. Circa il 55% delle persone affette da depressione ricevono assistenza primaria o servizi specialistici, di cui solo il 32% riceve un trattamento adeguato. I trattamenti di prima linea per la depressione comprendono farmaci e psicoterapia. L'efficacia dei farmaci antidepressivi aumenta all'aumentare della gravità della depressione, ma questi farmaci hanno un'efficacia minima per i sintomi depressivi da lievi a moderati. Inoltre, gli effetti collaterali negativi dei farmaci antidepressivi possono anche causare una scarsa aderenza al trattamento e una bassa tollerabilità. La psicoterapia, sebbene efficace, può anche risultare costosa e inaccessibile. Di conseguenza, per la depressione sono necessari trattamenti alternativi e migliorativi, come l'allenamento fisico. Gli effetti antidepressivi dell'esercizio fisico sono ben documentati e sono sostenuti da diversi meccanismi biologicamente plausibili. Questi includono una migliore regolazione del sistema monoaminergico e della risposta allo stress, riduzioni dei marcatori infiammatori e aumento dell'IGF -1 (può migliorare l'umore e l'ansia, stimolando strutture neuroanatomiche coinvolte nell'eziologia della depressione clinica). I disturbi depressivi si sviluppano tipicamente più tardi in età adulta. Tuttavia, l'età media di esordio è progressivamente diminuita e circa il 36,9% dei casi si sviluppa prima dei 25 anni di età. La stragrande maggioranza degli interventi che hanno esaminato gli effetti dell'esercizio sui sintomi depressivi hanno utilizzato l'allenamento aerobico. Nello studio di O'Sullivan et al. (Psychiatry Res. 2023 Aug; 326:115322. doi: 10.1016/j.psychres.2023.115322) gli autori hanno valutato gli effetti di un allenamento con sovraccarichi (RET, Resistance Exercise Training) sui sintomi depressivi in giovani soggetti. Il protocollo era rappresentato da uno studio controllato randomizzato (RCT). Sono stati selezionati cinquantacinque giovani adulti (età 26±5 anni; 36 donne) con e senza un Disturbo D'ansia Generalizzato (AGAD) subclinico o analogo e un Disturbo Depressivo Maggiore (AMDD, depressione clinica). Nessun dei partecipanti svolgeva nel periodo dello studio un allenamento con sovraccarichi. I soggetti sono stati divisi in modo casuale in un gruppo che si è allenato e uno (controllo) che ha completato dei questionari online settimanalmente e che però non si è allenato. Il periodo di allenamento è durato otto settimane e consisteva di due sedute settimanali. Gli esercizi svolti erano il Back Squat, Bench Press, Hexagon Bar Deadlift, Seated Dumbbell Shoulder Lateral Raise, Barbell Bent Over Rows, Dumbbell Lunges, Seated Dumbbell Curls, e Abdominal Crunches. Sono state eseguite 2x8-12 serie per esercizio, con un tempo di recupero di 1' tra le serie e di 2' tra gli esercizi. Le progressioni del carico erano piccole e graduali. Quando i soggetti completavano due serie da 12 ripetizioni di un esercizio, il carico veniva aumentato del 5% nella sessione successiva. Al termine della seduta veniva effettuato un breve defaticamento della durata di circa tre minuti, svolgendo dello stretching per principali gruppi muscolari (sono state seguite le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dell'American College of Sports Medicine per soggetti con limitata o nessuna esperienza in allenamenti RET). L'allenamento durava circa 25 min. Prima delle sessioni di allenamento, all'inizio del periodo e la prima, quarta e ottava settimana, i partecipanti hanno completato un questionario sui risultati primari riguardati la gravità dei sintomi depressivi, utilizzando il Quick Inventory of Depressive Symptomatology. Non sono state riscontrate differenze nei sintomi depressivi all'inizio del protocollo tra i due gruppi. Il RET ha indotto riduzioni statisticamente e clinicamente significative e di ampia portata dei sintomi depressivi dal basale all'ottava settimana nel totale dei soggetti (d = 1,01; IC 95%: 0,44-1,57), ma anche nei campioni di soggetti con AMDD (d = 1,71; IC 95%: 0,96-2,46) e AGAD (d = 1,39; IC 95%: 0,55-2,24). Dunque, un periodo di allenamento RET basato sulle linee guida dell'OMS e dell'ACSM è risultato essere un intervento efficace per ridurre i sintomi depressivi tra giovani adulti con un'esperienza di RET limitata. L'efficacia del RET era elevata anche tra i giovani adulti con AGAD e AMDD, supportando l'ipotesi che questo metodo possa essere considerato un trattamento promettente per la depressione lieve o subclinica in giovani adulti.