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Attivazione Degli Ischiocrurali

Notizia Testuale Free Medical Fitness Sport

I muscoli ischiocrurali sono un gruppo di quattro muscoli posteriori della coscia, formato, nella parte mediale, dal muscolo semimembranoso (SM) e semitendinoso (ST), e nella parte laterale dal bicipite femorale, capo lungo (BFl) e breve (BFs). Questo complesso muscolare è spesso classificato come bi articolare (ST, SM e BFL) o mono articolare (BFs), in base al numero di articolazioni su cui i muscoli agiscono. Pertanto, è responsabile sia della flessione del ginocchio che dell'estensione dell'anca e svolge un ruolo importante in attività come camminare, correre o saltare, richiedendo significativa forza e potenza. Inoltre, la coattivazione dei muscoli posteriori durante la contrazione del quadricipite fornisce una maggiore stabilità al ginocchio attraverso un'azione di compressione articolare e una controazione della sollecitazione di taglio anteriore generata dall'azione del muscolo quadricipite sulla tibia, fungendo da principale agonista del legamento crociato anteriore (LCA). Rigidità o forza minore, squilibrio, inibizione o un basso rapporto di forza tra ischiocrurali e quadricipiti, sono i principali fattori che portano a lesioni dell'anca, del ginocchio e degli stessi ischiocrurali e sono fattori di rischio per lesioni secondarie del LCA. Nell'allenamento di questi muscoli, si può verificare il fenomeno dell'insufficienza attiva, che si ottiene quando un muscolo multi articolare produce un movimento simultaneo in tutte le articolazioni che attraversa, e raggiunge una posizione così accorciata che non può più sviluppare una tensione efficace (relazione tensione-lunghezza). Studi precedenti hanno indicato la posizione della caviglia (flessa dorsalmente o plantarmente) o la posizione dell'anca (flessa o estesa) come un fattore che può influire sugli esercizi di rafforzamento di questi muscoli, ma nessuno li ha considerati entrambi contemporaneamente. Nello studio Vuk et al. (Ann Appl Sport Sci, InPress: e1232, 2023 doi: 10.52547/aassjournal.1232), gli autori hanno valutato l'effetto della posizione della caviglia e dell'anca sul momento di picco (PT), PT normalizzato alla massa corporea del soggetto (NPT), angolo in cui si verifica il PT (APT) e elettromiografica di superficie (SEMG), durante la flessione isocinetica del ginocchio. Sono stati selezionati tredici giovani adulti tra i 18-25 anni, che si allenano a livello amatoriale. In una singola sessione i soggetti hanno eseguito tre movimenti di un'azione concentrica massimale, monolaterale di flessione/estensione del ginocchio in quattro diverse posizioni della caviglia e dell'anca: seduti (anca flessa a 90°) con flessione dorsale/plantare della caviglia e supino (anca in posizione neutra, 180°) con flessione dorsale/plantare della caviglia, a due velocità angolari di 60 e 180°/s su di un dinamometro isocinetico. È stata rilevata l'attività SEMG dei muscoli gastrocnemio laterale (GL), BFl e ST. I risultati hanno evidenziato che la posizione della caviglia e dell'anca hanno avuto un impatto significativo su PT, NPT e APT (P <0,05), ma non hanno influenzato l'attività SEMG dei muscoli BFL, ST e GL per entrambe le velocità angolari (P> 0,109). In particolare, l'anca flessa e la caviglia dorsiflessa hanno fornito il momento maggiore, mentre l'anca estesa e la caviglia flessa plantarmente hanno portato ad una riduzione della produzione del momento degli ischiocrurali. Un aumento della velocità angolare ha anche portato ad un aumento dell'APT. Sulla base dei risultati, sembra che la posizione ottimale per i muscoli posteriori della coscia per generare un momento flessorio massimo è la posizione con anca flessa a 90° e con la caviglia dorsiflessa; quando si vuole isolare il lavoro degli ischiocrurali al massimo, si raccomanda di allenarli nella posizione di anca flessa e flessione dorsale della caviglia, per ridurre l'azione del muscolo gastrocnemio. Quindi, le posizioni dell'anca e della caviglia hanno un impatto significativo su PT, NPT e APT, ma non su attivazione del BFl, ST e GL durante la massima flessione del ginocchio, per entrambe le velocità angolari, di 60 e 180°/s.

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