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Tecniche Di Bench Press E Prestazioni

Notizia Testuale Free Fitness Sport

La Bench Press (BP) è uno degli esercizi più comunemente utilizzati nei programmi di allenamento per sviluppare la forza muscolare della parte superiore del corpo. Esistono virtualmente infinite variazioni dell'esercizio, a seconda di fattori quali l'inclinazione della panca (declinata, orizzontale o inclinata), l'attrezzatura utilizzata (bilanciere, manubri o Smith machine), la modalità di esecuzione (balistica o non balistica), o tipo resistenza (peso costante o non costante tramite catene o elastici). Sebbene l'uso delle diverse varianti sia generalmente raccomandato durante un ciclo di allenamento per non sovraccaricare sempre la stessa porzione di muscoli, la variante più utilizzata nella maggior parte dei programmi di allenamento è quella con peso costante, utilizzando un bilanciere, orizzontale, non balistica perché è semplice da eseguire e molto efficace per aumentare la forza muscolare della parte superiore del corpo. Tuttavia, va anche notato che anche questa variante può differire in termini di attività EMG e prestazioni meccaniche a seconda di fattori quali l'ampiezza della presa o l'inarcamento della schiena durante l'esecuzione. Una condizione intermedia tra l'esecuzione della BP "piatta" (flat BP) (parte bassa della schiena quasi completamente supportata dalla panca con le scapole libere di muoversi) e quella "arcuata" (arched BP) (la zona lombare della colonna è estesa e le spalle, scapole, retratte) potrebbe essere quella "retratta" (retracted BP), in cui la parte bassa della schiena rimane quasi completamente supportata sulla panca, ma le spalle (scapole) sono retratte durante l'intero esercizio. È noto che la scapola svolge un ruolo decisivo nella stabilizzazione del complesso della spalla, essendo essenziale per produrre movimenti efficienti. Quando la scapola non riesce a svolgere il suo ruolo di stabilizzazione, è più probabile che si verifichino prestazioni neuromuscolari compromesse e una maggiore predisposizione alle lesioni dell'articolazione gleno-omerale. Pertanto, la raccomandazione comune di fissare le scapole durante l'esecuzione dell'esercizio BP sembra giustificata. Nello studio di Piepoli et al. (J Strength Cond Res. 2023 Oct 6. doi: 10.1519/JSC.0000000000004561), gli autori hanno valutata se l'azione di retrazione delle scapole durante l'esercizio di BP a pesi liberi influenzasse varie manifestazioni di forza e variabili percettive. Sono stati selezionati 28 atleti di sesso maschile allenati a livello amatoriale (età=23,8±3,4 anni, intervallo: 18-35 anni; massa corporea=77,9±8,8 kg; altezza corporea=1,76±0,05 m; 1RM=96,1±20,8 kg; esperienza allenamento sulla BP=4,6±2,9 anni). I soggetti hanno dimostrato di essere in grado di eseguire la retrazione scapolare durante una sessione di familiarizzazione. Tuttavia, per indagare l'importanza della precedente esperienza con la variante BP retratta, i soggetti reclutati per questo studio differivano intenzionalmente nell'uso della BP retratta durante i loro programmi di allenamento (utilizzata sempre, n= 13; a volte, n = 7; mai, n = 7). La posizione iniziale dell'esercizio prevedeva che i soggetti afferrassero il bilanciere con un'ampiezza di presa selezionata autonomamente e con i gomiti completamente estesi. Da questa posizione, il bilanciere veniva abbassato fino a toccare il petto e veniva eseguito il movimento di spinta il più velocemente possibile fino a quando i gomiti avevano raggiunto la completa estensione (tecnica touch-and-go). È stato chiesto di ridurre al minimo l'arco della parte inferiore della schiena in entrambe le varianti BP. L'unica differenza tra le varianti era che nella BP piatta, le scapole erano libere di muoversi durante l'intero movimento, mentre nella BP retratta i soggetti venivano istruiti a mantenere le scapole retratte durante la fase eccentrica e concentrica. Sono state valutate tre manifestazioni di forza: forza esplosiva: velocità media (MV) raggiunta contro tre carichi sub massimali (40, 60 e 80% 1RM); forza massimale 1RM; e forza resistente: numero di ripetizioni completate fino al cedimento con il 70% dell'1RM. Anche il disagio (RPD, "Quanto disagio provi?") e le valutazioni dei valori di sforzo percepito (RPE, "Quanto pensi di lavorare duro?") sono stati registrati immediatamente dopo aver completato ciascun test. In particolare, sono state utilizzate due distinte scale a 11 punti (0-10), dove 0 indicava "nessun sforzo" o "nessun disagio" e 10 rispettivamente "sforzo massimo" o "disagio massimo". Lo spostamento verso l'alto del bilanciere era inferiore per la BP retratta rispetto a quella piatta per i tre carichi sub massimali (p<0,024), ma non sono state osservate differenze significative tra le varianti BP per la MV a carichi sub massimali (p<0,473), 1RM (p = 0,147), numero di ripetizioni completate fino al cedimento (p = 0,447). Le misure percettive dello sforzo e del disagio non differivano tra le varianti BP in nessuno dei test. I soggetti hanno sempre dimostrato una prestazione di forza maggiore con la variante BP più utilizzata nei loro programmi di allenamento, ma le differenze tra la BP piatta e quella retratta non sono state influenzate dai valori di forza massima dei soggetti (p>=0,162). Questi risultati suggeriscono collettivamente un effetto minore della variante BP su diverse variabili di forza e percettive negli atleti allenati a livello amatoriale.

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