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Specializzazione Precoce E Successo Sportivo

Notizia Testuale Free Sport

La specializzazione precoce facilita la successiva eccellenza atletica? Oppure è meglio diversificare precocemente con la pratica di più sport e giocare? Questa è una controversia teorica di lunga data nella scienza e nella medicina dello sport. Sebbene vi sia consenso sul fatto che sia necessaria una vasta esperienza pluriennale per sviluppare prestazioni eccezionali, il tipo e la quantità ottimali di attività sportive per lo sviluppo sono oggetto di dibattito in corso. I modelli di specializzazione precoce e di diversificazione precoce sono impliciti nei quadri di sviluppo del talento più popolari (cioè, più citati) nella letteratura scientifica dello sport, la cosiddetta pratica deliberata. Alcuni autori hanno proposto che la prestazione sia mono tonicamente correlata alla quantità cumulativa di pratica deliberata: pratica specifica del compito sotto la supervisione e il monitoraggio di un coach (quella che viene definita pratica guidata da un coach, coach-led practice) intrapresa per migliorare la prestazione, che risulta essere altamente impegnativa e non intrinsecamente divertente. Questi autori hanno affermato che la pratica deliberata è il tipo di attività più efficace per migliorare le prestazioni e quindi hanno proposto un inizio precoce e la successiva massimizzazione della pratica deliberata. Per deduzione, investire tempo e fatica in altri tipi di attività sportive (pratica di altri sport o attività di gioco nello sport principale o in altri sport) riduce la quantità di pratica deliberata e quindi lei prestazioni. Al contrario, il percorso di diversificazione precoce del Modello di Sviluppo della Partecipazione Sportiva (Developmental Model of Sport Participation) sostiene che, sebbene la pratica deliberata sia necessaria, la specializzazione in un singolo sport e la pratica intensiva deliberata non dovrebbero iniziare fino all'adolescenza. Questa specializzazione tardiva dovrebbe essere preceduta da un ampio gioco deliberato nell'infanzia/adolescenza in vari sport: i "pick-up games", giochi che sono regolati dai partecipanti, non da un allenatore (gioco guidato da pari, peer-led play), e sono intrapresi per il divertimento intrinseco del gioco piuttosto che per migliorare le prestazioni. Il modello di partecipazione di un atleta è generalmente caratterizzato da diverse variabili quantitative continue, tra cui l'età di inizio e la quantità di pratica guidata da un allenatore e di gioco guidato da pari, sia nello sport principale dell'atleta che in altri sport. L'evidenza empirica derivante dagli studi che utilizzano queste variabili predittive continue è contrastante. Ciascuna delle variabili è risultata correlata positivamente con la performance in alcuni studi ma non o negativamente correlata con la performance in altri. Tuttavia, distinguendo gli studi in base ai livelli di prestazione confrontati e se i campioni erano atleti junior (giovani) o senior (adulti che gareggiavano nella categoria open-age, in genere tra i 20 e i 30 anni), si è potuto riscontrare una certa coerenza. In numerosi studi, prestazioni junior più elevate erano correlate con un tasso più rapido di progresso delle prestazioni nell'infanzia/adolescenza, con una maggiore quantità di pratica guidata da allenatori nello sport principale e con una minore pratica di altri sport. Al contrario, gli studi che confrontavano i livelli più alti di prestazione degli adulti (classe mondiale senior e classe nazionale) suggerivano che la prestazione di livello mondiale era associata ad una maggiore quantità di pratica di altri sport (in età prescolare, infantile/adolescenziale) guidata da allenatori e a progressi più lenti nell'infanzia/adolescenza ed erano non correlati o correlati negativamente con la quantità di pratica guidata dall'allenatore dello sport principale. Nello studio di Barth et al. (Sports Med. 2022 Jun;52(6):1399-1416. doi: 10.1007/s40279-021-01625-4), considerando l'intera gamma di variabili che descrivono il continuum specializzazione-diversificazione, gli autori hanno cercato, utilizzando una revisione sistematica e meta analisi, di dare una risposta alle seguenti tre domande: (1) gli atleti con prestazioni migliori e quelli con prestazioni inferiori differivano nei progressi nell'infanzia/adolescenza, nell'età di inizio o nella quantità di pratica o di gioco dello sport principale o di altri sport?; (2) gli effetti delle variabili predittive differiscono a seconda della categoria di età degli atleti (junior vs senior), dei livelli di prestazione o dei tipi di sport?; e (3) le dimensioni degli effetti delle diverse variabili predittive sono indipendenti o associate tra loro. In totale, 71 studi, dal 1998 al 2020, hanno soddisfatto tutti i criteri di ammissibilità, con un campione totale di 9241 atleti, con un livello di competizione che andava da locale ad olimpionico, appartenenti a diversi sport. Gli atleti sono stati suddivisi in atleti junior e senior, in base alle definizioni del limite di età junior della federazione internazionale per ciascuno sport (ad esempio, nuoto femminile, 17 anni; baseball, 18 anni; atletica leggera, 19 anni). Il campione comprendeva 5690 atleti junior (62%) e 3551 senior (38%). Le variabili predittive sono state: età per raggiungere tappe fondamentali legate alle prestazioni (età per raggiungere traguardi, inclusa la prima partecipazione ad un campionato nazionale, ad uno internazionale; prima designazione durante la selezione per una squadra di una federazione; età di inizio impegno nello sport principale (età di inizio); quantità accumulata (numero di sessioni e/o ore) di pratica guidata da un allenatore nello sport principale (pratica dello sport principale); quantità accumulata di gioco condotto da pari nello sport principale (gioco dello sport principale); quantità accumulata di pratica guidata da un allenatore in sport diversi dallo sport principale (pratica in altri sport); quantità accumulata di gioco condotto da pari in altri sport (gioco in altri sport). In diversi tipi di sport, le analisi hanno rivelato cinque risultati centrali che hanno risposto alle domande della ricerca. Rispetto alle loro controparti di livello nazionale, gli atleti adulti di livello mondiale hanno avuto più pratica multisport nell'infanzia/adolescenza sotto la guida di allenatori, un inizio più tardivo nello sport principale, meno pratica nello sport principale e progressi iniziali più lenti. È vero il contrario per i predittori delle prestazioni in età junior: gli junior con le prestazioni più elevate hanno avuto un inizio più precoce nello sport principale, più pratica dello sport principale, meno pratica di altri sport e progressi iniziali più rapidi. Il gioco guidato dai pari nello sport principale o in altri sport ha avuto effetti trascurabili. Le dimensioni degli effetti di diversi predittori erano associate tra loro (|0,64|< r <|0,79|). Quindi, un'eccessiva pratica specializzata nell'infanzia/adolescenza può ostacolare lo sviluppo a lungo termine degli atleti, a causa di infortuni da uso eccessivo, burnout, abbinamento atleta-sport non ottimale e limitazione del capitale di apprendimento a lungo termine. Al contrario, la pratica multisport da parte di atleti adulti di livello mondiale nell'infanzia/adolescenza con una ridotta pratica dello sport principale implicava un modello di conservazione delle risorse, riduzione dei costi e modello di ammortizzazione del rischio che ha prodotto una maggiore sostenibilità a lungo termine ed efficienza pratica.

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