fbpx

ELAV Scientia – Leggi articolo

Allenamento e Cancro Al Pancreas

Notizia Testuale Free Medical Fitness

Il trattamento tradizionale per il cancro al pancreas (PanCa) è la chemioterapia con o senza radioterapia. Indipendentemente dallo stadio della malattia al momento della diagnosi, i pazienti vengono sottoposti a chemioterapia nel loro percorso tumorale per vari scopi, tra cui la massimizzazione della probabilità di cura, la riduzione del tumore, il controllo della progressione della malattia e la palliazione. Purtroppo, insieme a questi protocolli di cura, risultano presenti effetti collaterali avversi (ad esempio affaticamento, neuropatia, dolore), che possono avere un impatto negativo sulla funzione fisica e psicologica dei pazienti, nonché sulla qualità della vita. Inoltre, il PanCa viene generalmente diagnosticato in età avanzata (mediana circa 71 anni). Pertanto, il declino fisico/fisiologico legato all'età, insieme alle tossicità indotte dal trattamento, possono peggiorare ulteriormente la salute fisica e la psicologica dei pazienti. Il ruolo dell'esercizio fisico nella cura del cancro è sempre più sostenuto dalle organizzazioni nazionali e internazionali, con linee guida sull'esercizio fisico basate sull'evidenza per i sopravvissuti. Tuttavia, le attuali linee guida per l'oncologia dell'esercizio fisico si basano prevalentemente su osservazioni in pazienti con tipi comuni di cancro e prognosi migliori (ad esempio, seno e prostata). Nonostante i risultati promettenti, i dati clinici riguardanti l'esercizio fisico per il PanCa sono scarsi. Nello studio di Luo et al. (Med Sci Sports Exerc. 2023 Jan 1;55(1):9-19. doi: 10.1249/MSS.0000000000003019), gli autori hanno quantificato l'aderenza, gli eventi avversi e i cambiamenti negli esiti fisici e psicologici dopo un protocollo di allenamento in pazienti con PanCa, durante trattamento non chirurgico. Lo studio si è basato sui dati di pazienti con PanCa che hanno seguito un programma di esercizi sviluppato e implementato dall'Exercise Medicine Research Institute (EMRI) presso l'Edith Cowan University (ECU), Australia. Lo studio ha coinvolto 22 pazienti con PanCa localizzato o metastatico. L'età mediana era di 65,5 anni (range interquartile, IQR, 53,5-71 anni), di cui il 54,5% erano donne. Nella stragrande maggioranza dei pazienti (95,5%) è stato diagnosticato un adenocarcinoma (tumore maligno del tessuto epiteliale). Tutti i pazienti sono stati sottoposti a chemioterapia contemporaneamente al programma di allenamento; quattordici hanno ricevuto radioterapia aggiuntiva. Il programma consisteva in un allenamento aerobico e con sovraccarichi combinato personalizzato, per due volte a settimana per 12 settimane. Ogni sessione durava circa 60 minuti, e iniziava con un riscaldamento di 5 minuti (ad esempio, camminata su tapis roulant) e si concludeva con un fase di defaticamento della stessa durata (stretching statico). L'allenamento contro resistenza comprendeva da 6 a 10 esercizi mirati ai principali gruppi muscolari della parte superiore e inferiore del corpo, utilizzando prevalentemente macchine isotoniche (ad esempio, chest press, seated row, biceps curl, triceps extension, leg press, leg curl, leg extension e calf raise). Per ogni esercizio erano eseguite 2-4 serie con un'intensità massima di 6-12 ripetizioni (6-12 RM). Il programma era progressivo, con un carico di allenamento contro resistenza aumentato del 5%-10% per la serie/sessione successiva se il soggetto riusciva a completare con una forma corretta più ripetizioni rispetto alle RM, specificate in una data serie. Oltre all'allenamento contro resistenza, i pazienti dovevano completare 20-30 minuti di allenamento aerobico in base alle loro condizioni e preferenze personali, camminando/facendo jogging su un tapis roulant o utilizzando un cicloergometro stazionario. L'intensità obiettivo per l'allenamento aerobico era pari al 60%-85% della frequenza cardiaca massima stimata (FCmax), calcolata con la formula 220-età. Tutte le sessioni erano supervisionate da un fisiologo dell'esercizio. Qualsiasi modifica alla prescrizione (ad esempio, cambio di esercizio, riduzione del volume di allenamento e/o dell'intensità) era a discrezione del fisiologo, in base alla idoneità del paziente ad allenarsi, valutata prima di ogni sessione. Dopo la dodicesima settimana, i pazienti potevano scegliere di continuare l'allenamento supervisionato per altre 12 settimane o, in alternativa, intraprendere esercizi autogestiti o cessare di allenarsi. Oltre alle sessioni prescritte, i pazienti sono stati incoraggiati a svolgere ulteriore esercizio aerobico (ad esempio, camminare e andare in bicicletta) con l'obiettivo di accumulare almeno 150 minuti di esercizio aerobico di intensità da moderata a vigorosa a settimana. I risultati hanno considerato la frequenza e l'aderenza durante le 12 settimane, valutate utilizzando i seguenti parametri: (i) tasso di frequenza (rapporto tra le sessioni frequentate e pianificate), (ii) interruzione permanente (fine del programma in modo permanente prima della dodicesima settimana), (iii) interruzione dell'esercizio fisico (non allenarsi per almeno 3 sessioni consecutive) e (iv) modifica dell'esercizio (sessioni che si discostano dalla prescrizione originale, ad esempio riduzione dell'intensità e/o del volume dell'esercizio e fine di una sessione prima della durata pianificata). Le misure oggettive includevano la composizione corporea, la capacità funzionale, la forza muscolare e l'equilibrio statico. La massa magra e la massa grassa regionale e di tutto il corpo sono state valutate utilizzando la DEXA. La capacità funzionale è stata valutata utilizzando i test: 400-m walk, 6-m usual- and fast-pace walk, 6-m backward tandem walk, 5 times sit-to-stand e stair climb. La forza muscolare è stata valutata utilizzando il 1RM alla Chest Press e Seated Row per la parte superiore del corpo e alla Leg Press per la parte inferiore. L'equilibrio statico è stato misurato utilizzando il NeuroCom Sensory Organization Test (una forma di posturografia progettata per valutare quantitativamente la capacità di un individuo di utilizzare segnali visivi, propriocettivi e vestibolari per mantenere la stabilità posturale in posizione statica). I risultati riportati dai pazienti sono stati valutati utilizzando questionari autosomministrati e riguardavano, ad esempio, la qualità del sonno, stress psicologico e qualità vita. La valutazione degli esiti oggettivi e degli esiti riferiti dai pazienti è stata condotta al basale, dopo 12 e 24 settimane. Undici (50%) e 10 pazienti (45,5%) hanno svolto lo studio rispettivamente per 12 e 24 settimane. Inoltre, 4 pazienti (18,2%) hanno continuato con il programma supervisionato dopo la dodicesima settimana. Complessivamente sono state 251 le sedute a cui hanno partecipato 19 pazienti nel corso delle prime dodici settimane (tasso di frequenza medio del 55%). Dei 22 pazienti, 16 (72,7%) hanno riportato almeno un evento avverso nel corso delle ventiquattro settimane. Di questi eventi avversi, 14 casi osservati in 10 pazienti sono stati considerati gravi (attacco cardiaco, pancreatite, infezione renale...), inclusa la morte dovuta alla progressione della malattia (n = 2) ed eventi che hanno portato al ricovero ospedaliero (febbre, costipazione...). Per i pazienti che hanno completato sia la valutazione al basale che quella alla dodicesima settimana, sono stati osservati miglioramenti significativi (p<0,05) in tutte le misure della capacità funzionale (5,2%-17,2%), forza muscolare (16,9%-25,1%) ed equilibrio statico (6,8%) ad eccezione per il Stair Climb (risultato potenzialmente dovuto alla dimensione complessivamente ridotta del campione coinvolto, con una tendenza al miglioramento) e del 1RM alla Chest Press (probabilmente correlato anche in questo caso al minor numero di pazienti, n = 5, che hanno completato il test; sei pazienti non sono stati in grado di eseguire il test al basale o alla dodicesima settimana a causa della limitazione del movimento del braccio dovuto alla linea centrale del catetere inserita perifericamente, al recupero da un importante intervento chirurgico addominale o per la dolorabilità al torace a causa del nuovo posizionamento del port-a-cath, catetere venoso centrale ad inserzione periferica, totalmente impiantabile sotto pelle, che permette di avere un accesso venoso centrale permanente). Non ci sono stati cambiamenti significativi nella composizione corporea o nei risultati riferiti dai pazienti, ad eccezione della qualità del sonno, che è peggiorata; tuttavia, a livello individuale, diversi pazienti hanno avuto miglioramenti clinicamente rilevanti nell'affaticamento e nella qualità della vita. I pazienti che hanno continuato con l'esercizio supervisionato fino alla ventiquattresima settimana hanno ampiamente conservato i miglioramenti nella capacità funzionale, nella forza muscolare e nell'equilibrio statico. Concludendo, un programma di allenamento formato da esercizio aerobico e contro resistenza, individualizzato e supervisionato, risulta essere sicuro e migliorare o mantenere la salute fisica e psicologica nei pazienti con PanCa, sottoposti a trattamento non chirurgico.

Pacchetto Commerciale Fisso

  • W.A.

  • News

  • Art

  • Smart

  • Congressi

My ELAV