4 Marzo, giornata mondiale contro l'obesità.
Più di un miliardo di persone in tutto il mondo soffrono di obesità (1.038 milioni, 1 persona su 8), e il numero è più che quadruplicato dal 1990 con circa 504 milioni di donne, 374 milioni di uomini e 159 milioni di bambini e adolescenti, anticipando di 8 anni una stima simbolica prevista per il 2030. Questo è il pesante risultato di una recente indagine scientifica supportata dalla World Health Organization, pubblicata su Lancet e ora diffusa anche tramite il Global Health Observatory.
L'"epidemia" colpisce soprattutto i Paesi più poveri e, secondo lo studio, il tasso di crescita tra i bambini e gli adolescenti è più rapido che tra gli adulti: dal 1990 il tasso di obesità è quasi triplicato per gli uomini (14%), più che raddoppiato per le donne (18,5%) e oltre 5 volte per bambini e adolescenti.
In passato si considerava l'obesità come un problema dei ricchi, ora invece è diventato un problema del mondo intero, legato ai rapidi cambiamenti dello stile di vita nei paesi a basso e medio reddito. I paesi della Polinesia e della Micronesia, dei Caraibi, del Medio Oriente e del Nord Africa hanno sofferto maggiormente dell'aumento e ora hanno tassi di obesità più elevati rispetto a molti paesi industrializzati ad alto reddito, soprattutto quelli europei.
Questa malattia cronica e complessa è accompagnata da un rischio maggiore di morte per malattie cardiache, diabete e alcuni tipi di cancro ed è considerabile una forma di invecchiamento precoce in quantro i meccanismi attraverso i quali si sviluppano le comorbidità dell'obesità e dell'invecchiamento sono molto simili.
Mantenere un peso sano è oggi ancora più difficile che negli anni 70-80: escludendo dieta ed esercizio fisico, siamo più pesanti del 5% rispetto a 40-50 anni fa. Questo fenomeno scientificamente non è ancora chiaro ma è supportabile da tre potenziali teorie: 1) una maggiore esposizione a sostanze chimiche, 2) aumento dei farmaci soggetti a prescrizione (un americano su 10 ora assume regolarmente cinque o più farmaci da prescrizione), 3) cambiamenti del microbiota intestinale a causa ad esempio dell'aumento della quantità di carne nella dieta (molti prodotti animali ora contengono ormoni e antibiotici extra per stimolarne la crescita).
I nuovi farmaci possono essere uno strumento utile ma non la soluzione del problema, oltre all'esposizione agli effetti collaterali.
In realtà le cause dell'obesità sono ben comprese, così come lo sono gli interventi necessari per contenere la crisi, che sono supportati da prove evidenti. Tuttavia, non vengono implementati. Ad oggi, comunque, 31 governi hanno adottato il piano di accelerazione dell'OMS per fermare l'epidemia di obesità tramite sfide significative nell'attuazione di politiche volte a garantire un accesso accessibile a diete sane per tutti e a creare ambienti che promuovano l'attività fisica e stili di vita complessivamente sani per tutti. Secondo l'OMS i paesi dovrebbero inoltre garantire che i sistemi sanitari integrino la prevenzione e la gestione dell'obesità nel pacchetto base dei servizi. Questo nuovo studio evidenzia l'importanza di prevenire e gestire l'obesità dalla prima infanzia all'età adulta, attraverso la dieta, l'attività fisica e cure adeguate, secondo necessità. L'OMS ha sostenuto le tasse sulle bevande zuccherate, limitando la commercializzazione di cibi poco salutari per i bambini e aumentando i sussidi per cibi sani.
Tornare sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi globali di riduzione dell'obesità richiederà il lavoro dei governi e delle comunità, supportati da politiche basate sull'evidenza dell'OMS e delle agenzie nazionali di sanità pubblica. È importante sottolineare che richiede la cooperazione del settore privato, che deve essere responsabile dell'impatto sulla salute dei propri prodotti.

Fonti
- Tumas N, Lòpez SR. Double burden of underweight and obesity: insights from new global evidence. Lancet, 2024, 10.1016/S0140-6736(24)00051-5
- World Health Organization (Topics: Obesity)