Durante il volo spaziale, sono state osservate grandi perdite della massa ossea. Vengono coinvolte in questo processo sia il riassorbimento che la formazione di tessuto osseo. Lo scopo di questa ricerca è stato quello di capire quale fosse il ruolo degli osteoclasti e dei loro precursori nella perdita di massa ossea indotta dalla microgravità. Sono stati inviati nella missione spaziale FOTON-M3 degli osteoclasti (OCs) e i loro precursori. La missione prevedeva lo svolgimento di 3 esperimenti: OSTEO, OCLAST e PITS. L'esperimento OSTEO è stato condotto per 10 giorni in microgravità all'interno di bireattori con un sistema di perfusori, mentre è stata valutata, la differenziazione dei precursori, in una cultura di biomateriale simile all'osso, utilizzando degli OCs maturi. Nell'esperimento OCLAST e PITTS, degli OCs differenziati sono stati inseriti in una coltura di osso bovino devitalizzato per 4 giorni di microgravità. Tutti gli esperimenti sono stati ripetuti a terra negli stessi bireattori e l'esperimento OCLAST è stato anche ripetuto in volo come esperimento di controllo. L'espressione genetica in microgravità, rispetto a quella rilevata a terra e nel gruppo di controllo ha mostrato un maggiore aumento del coinvolgimento dei geni coinvolti nell'attività di maturazione degli osteoclasti. L'aumento del riassorbimento osseo, dovuto ad un aumento della quantità di telo peptide di collagene rilasciato rispetto al suolo e al gruppo di controllo è stato trovato. Questi risultati indicano che in un primo momento gli osteoclasti e i loro precursori sono bersagli diretti delle forze meccaniche della microgravità. Roberto Tamma, Graziana Colaianni, Claudia Camerino, Adriana Di Benedetto, Giovanni Greco, Maurizio Strippoli, Rosaria Vergari, Antonella Grano, Lucia Mancini, Giorgio Mori, Silvia Colucci, Maria Grano, and Alberta Zallone The faseb Journal, 2009